C’è un Giudice a Strasburgo

Quindi non solo a Taranto, c’è un Giudice anche a Strasburgo.
Quindi dall’Europa, dall’appartenenza cioè alla Comunità economico-bancaria, non solo spread, richiami al pareggio di bilancio, tasse e quant’altro di negativo abbiamo sperimentato sulle nostre teste, da un anno a questa parte, ma anche un richiamo al rispetto di diritti fondamentali dell’uomo. La vicenda è riassumibile in poche righe : una coppia, portatrice sana di una malattia gravissima, la fibrosi cistica, corre il rischio di mettere al mondo un figlio malato, che avrebbe davanti a se pochi anni di vita, contrassegnati da sofferenza e assenza di speranza. Tutto ciò potrebbe essere evitato grazie alla fecondazione in vitro, ad una diagnosi sugli embrioni ottenuti, onde evitare di impiantare uno tra quelli in cui la malattia, per semplice calcolo statistico, si svilupperebbe. Ebbene la legge 40 in Italia impedisce tutto ciò e i coniugi dovrebbero affidarsi al caso, incrociare le dita, premunirsi di corni portafortuna, magari andare a Lourdes o in posti simili, sperando che il caso scelga al posto loro. La Corte di Strasburgo ha semplicemente sentenziato che ciò è discriminatorio di un loro diritto, quello cioè di avere un figlio sano, o perlomeno con le stesse probabilità che sia tale, rispetto ad una coppia sulla cui testa non penda questa terribile spada di Damocle.
Tra le righe gli stessi Giudici hanno rimarcato la palese contraddizione esistente tra la Legge 40 e la 194, quella sull’aborto per intenderci. Infatti quegli stessi coniugi, privati del diritto di scegliere di non impiantare un embrione, sia chiaro, non brutto, femmina, con gli occhi storti, strabico, bassino, ma semplicemente condannato a morire in pochi anni vissuti male, avrebbero potuto invece far fare diagnosi, a gravidanza iniziata, ed eventualmente optare, entro 12 settimane, per un aborto.
Demenziale vero?
Ebbene a Strasburgo qualcuno se ne è accorto.
Sentivo, a commento della sentenza un pacato signore, che la TV qualificava, con il solito sottotitolo, come Giurista, tuonare contro, asserendo che si tratta di un passo verso l’eugenetica. Ora io non so se questo avverrà, l’eminente Giurista evidentemente possiede doti divinatorie che a me mancano, ma io non ho paura. Non ho paura della scienza, anche perché sarebbe inutile averne, non penso che la matematica e la fisica avrebbero dovuto essere censurate perché una loro conseguenza è stata Hiroshima, non penso che sarebbe stato meglio non conoscere il fuoco perché alla lunga qualcuno l’avrebbe usato ad Auschwitz e penso che alla lunga niente può fermare la voglia che l’uomo ha di conoscere.
Purtroppo alla lunga però.
Nel breve tratto delle nostre vite, che è quello che interessa a ognuno di noi, invece è possibile, purtroppo, fermarsi o tornare indietro.
Di questo ho paura, di Giuristi che alla lunga possano condurci su sentieri pericolosi, fatti di morale e divieti, di Leggi di un qualsiasi Dio, che si sostituiscano a quelle degli uomini.
Per questo dico che libertà e progresso non sono conquiste irreversibili, ma vanno difese ogni giorno.
Per questo dico grazie a quel Giudice di Strasburgo.

Roberto Pititto

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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