“Frustrati ma non impotenti”

immagine tratta dal sito www.telepaola.it

 

Incapaci, inesperti, giovani ed inerti. Il sindaco di Paola, Basilio Ferrari, non ha lesinato aggettivi nel suo discorso alla Città tenuto nella serata del 18 Novembre. Molti attributi grammaticali, indice del fatto che il ragionamento da pronunciare aveva il carattere della solennità rituale. Ogni termine adoperato, ripetuto sino al livello della litania, aveva il preciso compito di insinuarsi e cristallizzarsi nell’immaginario collettivo di un pubblico numeroso e desideroso di conoscere la verità in merito ai conti del Comune di Paola. Perché è necessario che, d’ora in avanti, i paolani siano consapevoli dei motivi per i quali si dovrà drasticamente tirare la cinghia.

Ben lontano dal dire “cosa” il dissesto finanziario significherà per il Comune e per la Cittadinanza, il sindaco Ferrari ha preferito chiarire “come” e “perché” si sia giunti ad una tale determinazione. I debiti.

Debiti di tutti i tipi, distribuiti in settori di ogni ordine e grado. Dall’acqua alla spazzatura, passando per la mensa, la telecom, le officine meccaniche ed i distributori di carburante.

Stante le dichiarazioni di Ferrari, la situazione di Paola non è tanto quella della “Città di San Francesco”, la cui virtù teologale è la notissima “Charitas”, ma piuttosto quella della “Città di un fu Bokassa”, dittatore centrafricano autore della frase: “I capi di stato stranieri mi rispettavano soltanto perché ero imperatore”.

Questo perché, dando credito alle affermazioni dell’attuale Primo Cittadino, il Sindaco precedente avrebbe amministrato la città in modo “pericoloso”, contraendo debiti e non protocollando in Provincia ed in Regione il Piano Strutturale Comunale, inserendo “tizi” nei punti nevralgici dell’organizzazione per il Porto e deliberando, a colpi di maggioranza, azioni che avrebbero dovuto avere il placet dell’Ufficio Tecnico. Alla luce dell’analisi di Ferrari, tutto ciò su cui si è retta Paola in questi anni è stato un’illusione, un frottola, un’allucinazione collettiva, un terreno ipotizzato e mai realmente sotto ai piedi dell’amministrazione Perrotta.

Proprio all’ex sindaco è stata indirizzata la maggior entità delle invettive contenute nel ragionamento, parole non pronunciate ma deducibili nel senso generale del discorso, nascoste dietro definizioni quali “politicante da soglia di negozi”, che hanno senz’ombra di dubbio – e definitivamente – sancito l’indisponibilità a qualsivoglia forma dialogica tra i due. Stoccate sono poi state riservate anche a Carlo Gravina, definito l’uomo che fugge dinnanzi alle proprie responsabilità al quale è serbato, probabilmente, anche il lungo biasimo per il comportamento tenuto sui social network dove – secondo la ricostruzione di Ferrari – pseudonimi o nomi di vaghi “movimenti” darebbero vita ad un pedissequo rimaneggiamento di notizie ed opinioni riguardo lo stato dell’arte a Paola. Anche Alessandro Pagliaro non è uscito indenne dalle labbra del Sindaco, perché a lui è probabilmente riferito il passaggio dedicato a quanti, pur non sedendo in Consiglio, si rivolgono ai giornali per pubblicizzare le proprie idee terrorizzanti.

L’unico a non essere mai neanche idealmente menzionato è stato  Giovanni Abruzzo, il quale è stato però parte integrante dell’amministrazione Perrotta, a cui è toccata la critica più generale.

Insomma, pare che – cifre alla mano – il dissesto non fosse evitabile. Ciò che però è stato possibile evitare è stato il Commissariamento del Comune, conseguenza immediata dell’eventuale Scioglimento della Giunta Ferrari a causa dell’indesiderabile eredità debitoria ricevuta all’atto del suo insediamento. Perché il Sindaco di Paola ha tenuto a precisare che la dichiarazione di dissesto sarebbe potuta avvenire già al primo giorno della sua legislatura.

Per questo Ferrari ha ribadito che nella sua decisione non c’è alcun movente politico, ma soltanto la presa d’atto di un dissesto che era nei fatti, rafforzando la sua teoria con il dato inerente la dichiarazione dello sforamento del patto di stabilità operata dalla giunta Perrotta in data 26 Aprile 2012.

Senza entrare nel merito di cifre e relazioni, del discorso del Sindaco rimarranno quegli aggettivi rimbalzati contro una platea che li ha restituiti, in ogni applauso, neutralizzati. Perché ancora oggi non è stato possibile elaborare un’idea in merito all’azione dell’Amministrazione Ferrari, perché ancora oggi è lo zero il punto da cui ideologicamente ripartire, anche se la realtà snocciola cifre che hanno il segno negativo.

Che sia stata una richiesta di fiducia, questo è legittimo. Sarebbe bene che non diventasse un’occasione di approvazione della piazza, perché adesso Paola ha bisogno di risorgere senza bisogno di messia che abbiano l’avallo divino e l’unzione popolare.

Il discorso esplicativo è stato molto efficace, tutti adesso sanno che la Città non poteva seguire la strada abituale tracciata dalle passate amministrazioni, sono chiari i motivi di rottura con la tradizione e le ragioni per le quali non ci sarà dialogo tra le parti opposte del Consiglio. Tutto ciò va però bene soltanto per una platea composta da propri elettori.

Le domande che ai cittadini (tutti) rimangono sono: Cosa accadrà per l’acqua? Cosa accadrà per la spazzatura? Cosa si nasconde dietro i generici termini “restrizioni” e “tagli”?

Garzoncello scherzoso,/cotesta età fiorita/è come un giorno d’allegrezza pieno,/giorno chiaro, sereno,/che precorre alla festa di tua vita./Godi, fanciullo mio; stato soave,/stagion lieta è cotesta./Altro dirti non vo’; ma la tua festa/ch’anco tardi a venir non ti sia grave.” (Giacomo Leopardi – “Il Sabato del Villaggio”)

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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One comment

  1. alessandro pagliaro

    Le prossime osservazioni le faremo direttamente ai commissari liquidatori. A Basilio Ferrari lasceremo l’onore delal rappresentanza a feste, sagre, matrimoni sposalizi e funerali.

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