Dopo le dichiarazioni di un “poco attento” visitatore la famiglia Mazzarone smentisce: “L’Abbazia non è in stato di abbandono”

L’articolo che segue è comparso quest’oggi, nella sezione dedicata alle notizie locali, sul “Quotidiano della Calabria”. Il motivo per il quale si è resa necessaria questa premessa consiste nel fatto che, come avrete potuto capire dal titolo, è stato scritto dalla nostra redattrice Asmara Bassetti della quale, però, l’articolo pubblicato sulla testata cartacea non riportava traccia. Anzi, sotto le colonne inchiostrate compariva un altro nome. Che sia stata una svista dell’impaginatore o una distrazione giornalistica non è importante. Quello che conta è che all’autrice dell’articolo venga restituita la paternità di quanto ha scritto.

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Immagine dell’Abbazia tratta da www.linkcalabria.com

Siamo a Fiumefreddo, uno dei borghi più belli d’Italia, dove il tempo sembra essersi fermato, e dove monumenti e costruzioni di origine millenaria, fanno da scenario ad un altrettanto mozzafiato panorama.

È il caso dell’Abbazia di Fonte Laurato, poco distante dal centro storico, in un’ampia vallata il cui terreno fu donato nel 1201 dall’allora “signore” di Fiumefreddo, Simone De Mamistra, a Gioacchino da Fiore, il quale volle edificarla proprio lì in quella vallata. Sconsacrata – causa l’arrivo dei poco cattolici francesi – l’Abbazia, che comprende anche la Chiesa e una cappella privata, fu dapprima soppressa nel 1807, e in seguito acquistata, come si legge negli atti, nel 1813 da Camillo e Clemente Mazzarone per 16894 ducati, i quali la fecero riconsacrare, restituendole quindi i “poteri” originali.

Da allora, e quindi da circa 200 anni, la famiglia Mazzarone si prende cura dell’Abbazia, ed è quasi fin da allora che proprio lì, si festeggia ogni 15 di agosto la festa della Madonna dell’Assunta, tradizione religiosa mantenuta ancora oggi dalle famiglie proprietarie, nonostante siano passati 150 anni dalla prima festa.

A rivolgersi a noi il signor Clemente Mazzarone, omonimo dell’avo che acquistò l’Abbazia, rimasto amareggiato dopo aver letto sulla Gazzetta del Sud di sabato 17 che un visitatore <<poco attento>> come l’ha definito lui stesso, ha accusato la sua famiglia di non prendersi cura della struttura, e addirittura afferma che vengono accampate scuse di ogni genere per non aprire le porte ai visitatori. <<L’Abbazia è una struttura privata quindi noi non saremmo obbligati ad aprire le porte a turisti e a chiunque voglia visitarla, ma>> ci tiene a precisare <<lo facciamo per una questione di gentilezza, perché ci fa piacere sapere che altre persone possano apprezzare la bellezza di tale posto, proprio come facciamo noi, che ne siamo proprietari>>. Proprietari che molte volte hanno aperto le porte della chiesa a visitatori improvvisi, e hanno dato la loro piena disponibilità, nonostante gli impegni quotidiani, ad un vasto numero di giovani laureandi che hanno scelto come argomento della loro tesi appunto l’Abbazia di Fonte Laurato, smentendo quindi le accuse ricevute.

Il turista, di cui il giornale non specifica il nome, afferma che all’interno ci sono infiltrazioni di acqua piovana, <<cosa non vera in quanto il tetto è costruito a capriata, una particolare struttura architettonica che non permette all’acqua di entrare>> ci spiega ancora il signor Mazzarone, e continua <<l’Abbazia non è affatto abbandonata, semplicemente, nonostante ci siano dei lavori da fare, è rimasta allo stato originale; caratteristica della quale il visitatore non ha capito l’importanza e la particolarità. >>

<<Sono sempre disponibile ad aprire a tutti, nonostante gli impegni>> conclude Clemente Mazzarone, <<ma quando conoscerò il nome della persona che ha fatto tali dichiarazioni, in qualità di proprietario, non intendo fargli visitare la struttura, in quanto si tratta di una persona che non sa apprezzare la particolarità e la bellezza dell’Abbazia>>.

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