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Aggiungendo il prefisso nazi alla parola fascismo, il Sindaco di Paola (sul suo blog istituzionale) ha comunicato il sunto di una riflessione attorno al concetto del 25 Aprile.
Mitigando l’aspetto squisitamente italiano e cognitivamente germinale dell’idea destrorsa del Bel Paese, Basilio Ferrari ha parlato di una ricorrenza che – scrive – «ricorda l’eroica resistenza italiana al nazifascismo e rappresenta il monumento celebrativo e di memoria dei valori della democrazia e della libertà. Valori indelebili praticati quotidianamente nelle istituzioni italiane».
Un bell’esempio di affabilità comunicativa che semplifica le ragioni per le quali proprio a lui è toccato il ruolo di prima voce all’interno della coalizione che guida la Città. Perché Basilio Ferrari, un passato nel Fronte della Gioventù non ce l’ha. Egli è un Sindaco moderato che riesce a comprendere gli ideali insiti nella Resistenza quando dichiara che «La Città di Paola ha visto tanti suoi concittadini lottare per questi valori». E che «nessuno di tali eroici paolani é “caduto”. Ognuno di loro, infatti, é “in piedi” dinanzi a noi, testimone di un’Italia libera e democratica».
Peccato che il suo primo referente istituzionale, nonché sponsor delle urne, sia quel tal Giuseppe Scopelliti che dai lapilli della Fiamma Tricolore è riuscito a generare un incendio con il quale tutti i calabresi dovranno fare i conti da qui a breve. Peccato che le parole, per quanto belle, a volte si rivelino costrutti vuoti di circostanza e di convenienza (soprattutto elettorale). Perché quando si amministra con una maggioranza all’interno della quale gli eredi di Teodoro Buontempo possono condizionare ogni azione con il proprio voto, è difficile essere credibili.
Anche se si rinnega il nazifascismo. Quello – ormai – lo fanno tutti.
