Primo Patito

Il Primo Patito di Paola

La sofferenza relativa agli scrutini, vissuti con poca gioia personale dai rappresentanti della politica paolana, è una costante che s’accompagnerà all’incertezza che, sovrana, regnerà fino alle Regionali d’autunno.

Tramontata l’ipotesi di una tornata di mezza estate, tecnicamente impraticabile considerando i tempi della burocrazia, per i giovani portacolori delle fazioni elettorali cittadine è giunto il momento di iniziare ad organizzarsi.

Persi i capisaldi di riferimento, stravolta ogni bussola da taschino, eliminata la possibilità di promesse “praticabili”, ai ragazzi più in vista del Consiglio Comunale non resta altro da fare se non dimostrare d’esser capaci di tenere in mano – da soli – il bandolo della matassa.

Iniziando dalla maggioranza che governa la Città e passando attraverso le frange consiliari ed extraconsiliari stanziate nei pressi e tra i banchi dell’Aula Lo Giudice, l’emotività relativa al dato elettorale assume tonalità estremamente diverse.

Nonostante partisse da una condizione di svantaggio, generata dalla sentenza di condanna espressa nei confronti del proprio pupillo ed aggravata dalla defezione “pesante” di qualche capo cordata rivoltatosi contro il candidato n°1 dell’Amministrazione, il Nuovo Centro Destra del Sindaco Ferrari ha palesato uno stato di salute che lascia margini di manovra per il futuro. Riuscendo a limare i dissidi con Forza Italia, per il Primo Cittadino paolano potrebbero allargarsi i margini per guardare al futuro con maggiore ottimismo (previa, ovviamente, una discussione interna con quel partito che s’è dimostrato poco propenso nei confronti di Scopelliti). Ovviamente, negli scenari fantapolitici futuri bisogna considerare nuovi attriti nascenti da guerre di posizione che ora si tramuteranno in atteggiamenti amministrativi, perché se qualche consigliere s’è impegnato più di altri, è probabile che richiederà il suo momento di soddisfazione.

Le teste più richieste nella giunta sono almeno un paio. Non è escluso un riequilibrio che possa generare un lungo patimento estivo.

Sul fronte dei 5 Stelle, sotto la scorza della cocente incongruenza tra intenzione e attuazione, si registrano moderati segni di soddisfazione. In fondo, la candidata che era espressione del meetup paolano ce l’ha fatta. A loro toccherà adesso gestire ogni possibilità di stage a Bruxelles (magari ci sarà un infoltimento delle fila composte da universitarie brame, smaniose di conoscere il Belgio). A chi pativa la poca presenza femminile alle manifestazioni dei pentastellati, adesso – probabilmente – verrà dato il tempo di ricredersi . Ovviamente loro non promettono niente e corteggiarli sarà un’impresa difficile (ma non impossibile, considerando la percentuale di single che anima il MoVimento).

La Lista Tsipras ha consentito a Lucio Cortese &Co. di brindare, a distanza di moltissimo tempo, per una percentuale di poco superiore alla sufficienza necessaria. Indipendentemente dal candidato di riferimento, nella guerra di Troia per la Regione Calabria farebbero bene ad ingaggiare un altro generale greco (perché le percentuali “locali” potrebbero non ripetersi con nomi troppo patiti da esperienze negative).

Per quanto concerne invece il partito che più d’ogni altro ha fatto incetta di sterili consensi (sterili in quanto il candidato di riferimento ha mancato l’elezione per un soffio), è li dentro che s’annida il Primo Patito.

Il PD di Di Natale e Città si è contraddistinto, in questi ultimi tempi, per lo slancio innovativo garantito dalla linfa vitale offerta da Mario Pirillo. Aggiornamenti e strategie, riprodotte in scala da Bruxelles a Paola, si sono rivelati molto efficaci per l’ottenimento di ogni risultato sin qui raggiunto. Un risultato che alimentava speranze in seno alla prima poltrona del Sant’Agostino. Tuttavia, se l’asse UDC-NCD e Forza Italia dovesse ricompattarsi, per Di Natale potrebbe diventare più impervia la salita al Palazzo di Città quindi, se la logica politica ha una sua razionalità, diverrebbe più agevole approfittare del “momento buono” nazionale per tentare il salto alla Regione. Ma anche qui, considerando le beghe sussistenti tra la segreteria regionale e la presidenza provinciale (di Cosenza), la partita si annuncia difficile. Poi, visto che Aieta ha condotto il PD di Cetraro oltre il 50%, non è detto che la costa si compatti attorno al capogruppo PD dell’Aula Lo Giudice.

A lui toccherà quindi il patimento più intenso, dovrà tenere unita la squadra senza poter godere del collante europeo, dovrà opporsi con maggiore efficacia all’amministrazione Ferrari, dovrà superare Aieta nel consenso costiero, dovrà scegliere (bene) tra Magorno e Oliverio e dovrà fare tutto questo in un tempo ristretto ma relativamente lungo se si considera l’ansia da prestazione.

Ah, e bisogna tener presente che a Paola la Lega Nord ha preso 25 voti.

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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