decoro urbano

Decoro urbano e Museo Domestico: i target de L’Urlo del Sole

Un progetto di nome Due Passi, una festa tradizionale, quale La vulata, che impone un ripensare ai rapporti storici con l’estero e quindi la diversità che vive il territorio, una situazione di violenza, vandalismo e vuoto culturale sul territorio che non può lasciare indifferenti. È un filo che unisce la nuova iniziativa del circolo Arci di San Lucido, L’Urlo del Sole. Design e Arte Contemporanea, e non può evitare il suo passaggio dal tentativo di creare bellezza, in un contesto in cui si respira una pesante voglia di dire le cose, delle cose, ma che vengono tacciate per un quieto vivere incomprensibile, poiché assente. Due Passi si presenta come un’azione di decoro urbano incentrata su una tematica sociale, che quest’anno si intreccia con la tre giorni, organizzata da diverse associazioni sanlucidane e dal Comune di San Lucido, per dare un senso alla festa tradizionale della “Vulata” (il 21 luglio), giorno in cui si ricorda la cacciata dei “turchi”… E forse si dimentica qualche altra cosa (di storicamente rilevante). Partiamo da ciò che si dimentica e dalla tradizione reiterata che rischia di non guardare più a se stessa, o quantomeno alle sue tracce. “Vulata dei turchi”, “vulata dell’invasore”, “vulata”: la vulata rappresenta la cacciata delle scorribande corsare che attaccavano i paesi lungo la costa; corsari spesso identificati come “saraceni”, o più comunemente con i “turchi”, considerata la potenza dell’Impero Ottomano che all’epoca segnava il dominio del Mediterraneo in contrapposizione alla cattolica Spagna. Sareceni e turchi spesso troppo poco saraceni e turchi, mentre sempre più ultimi e diseredati calabresi e siciliani che si univano alle flotte corsare, che alla sudditanza feudale preferivano la libertà dei mari e da predoni. Ma prima dei tempi di Dragut e Khayr al Din “Barbarossa” (Ariadeno Barbarossa, per le coste italiche), (i due ammiragli e corsari ottomani più conosciuti dalle nostre parti), come dopo le loro scorribande, le coste calabresi vivevano di floridi scambi commerciali marittimi proprio con il Maghreb di dominazione ottomana, trovando centro degli scambi in isole come Lampedusa e Malta. Le fasi sono, così, di accoglienza, scambio e rigetto, fino ad arrivare alla contemporaneità di chi scrive e legge, in cui l’essere umano è accolto (?) nei Centri di Identificazione ed Espulsione, volgarmente CIE per nascondere la bruttezza delle parole chiuse in acronimo, facendo una tabula rasa, in favore di un razzismo dilagante, della matrice meticcia che genera ancora i suoi figli, è dire noi viventi e i nostri alberi genealogici. Partendo da questa considerazione storica e attuale, ci spiegano i soci de L’Urlo del Sole, le istallazioni di decoro urbano sviluppate in seno al progetto Due Passi rimanderanno alla tematica della mescolanza culturale, che fonda la vita (da un bel po’ di tempo, si direbbe) delle comunità calabresi. Un mescolarsi di cui sempre meno ci si accorge, seppur prassi quotidiana, ma che evidenzia una chiusura e una carenza nel rapportarsi con l’altro. Queste parole giungono dopo aver visto un drastico calo di iscrizioni all’ITIS di Fuscaldo, ritenuto “l’istituto degli egiziani”, motivazione proferita da genitori e ragazzi di scuola media. Il riferimento è alla presenza di studenti egiziani che da due anni dimorano a San Lucido nel periodo scolastico e che studiano presso l’Istituto fuscaldese, attraverso un progetto che va avanti da diversi anni con la fondazione egiziana MEK. Il fallimento delle politiche sociali di integrazione è lampante, fino a porre il dubbio: ma ci sono mai state in questa terra delle politiche sociali di integrazione (eccezion fatta per il modello Riace, sbarcato alle Nazioni Unite)? La risposta sembra convergere verso un secco no, scavalcando tentativi di alcuni componenti della società civile che si battono sul territorio (si pensi all’iniziativa Paola In Mensa, su tutte). È da questa constatazione della situazione attuale che i componenti del circolo Arci vogliono partire: “il tentativo viene compiuto attraverso l’arte e il coinvolgimento degli abitanti del posto”. “L’idea è quella di affrontare nelle istallazione dei dubbi e provare di dare risposte a chi le attraversa, le vede o vi partecipa alla concreta attuazione”, ci raccontano gli organizzatori di Due Passi, facendo riferimento, in particolare, alla giornata di lancio del progetto, cioè il 19 luglio: “mentre le istallazioni presenti in alcuni posti del centro storico verranno portate a termine dagli ideatori delle istallazioni, seppur con la partecipazione di alcuni abitanti del centro storico di San Lucido attraverso il prestito di materiale da utilizzare, nei giorni che anticipano “la vulata”, il 19 luglio si terrà una dodici ore di pittura che prevede il dipingere su 100 metri di tela, che avrà inizio dalle dieci del mattino, fino alle dieci della sera”. L’obiettivo di questa “dodici ore di pittura” è la creazione di un Museo Domestico di San Lucido, che risulterebbe essere il primo in Calabria. In cosa consiste un simile museo? In pratica, terminata la giornata i disegni verranno divisi tra loro e consegnati da L’Urlo del Sole agli abitanti del centro storico, i quali esporranno le tele dai propri balconi. Ma non finisce qui. Il museo domestico si nutre di due concetti chiave: accoglienza e dono. Infatti coloro che accoglieranno le opere di questa prima edizione, l’anno successivo potranno ospitare artisti provenienti da fuori San Lucido e che parteciperanno agli sviluppi della prima edizione. “L’ospitalità – si legge nel progetto – viene ricambiata attraverso il dono dell’opera che l’artista sviluppa nei giorni di Due Passi”. Un’idea che tenta di radicarsi nel tempo, di lungo periodo, il quale sarà anche indice della sua riuscita; un’idea che non può fare a meno di partire dalla realtà del posto e dalle sue problematiche, legata al tentativo di migliorare o cambiare aspetto alle proprie vie per breve o lungo tempo, lavorando assieme.

di Fabrizio Di Buono

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