frana ospedale paola

Frana Ospedale Paola: il Comune ha avuto torto

Le ombre addensatesi attorno alla questione che i cybernauti interessati hanno sintetizzato nella stringa di ricerca “frana ospedale paola”, stanno lentamente dirimendosi.

Una prima parola “ufficiale” è stata infatti pronunciata dal Tribunale Amministrativo di Catanzaro che, con sentenza depositata il 21 Maggio scorso (N. 00751/2014 REG.PROV.COLL.), ha dichiarato NULLA l’ordinanza n. 18 Reg. Ord. del 10 maggio 2013, con la quale il Comune di Paola aveva intimato la demolizione del fabbricato insistente nel territorio interessato dal movimento franoso che, per via dei disagi causati alla circolazione cittadina e per il risalto mediatico assunto tramite un opinabile servizio giornalistico andato in onda su un canale della RAI, è noto a tutta la cittadinanza paolana e non solo.

Senza voler entrare nel campo delle congetture, immaginando scenari futuri entro i quali – considerata l’attuale illegittimità della posizione assunta dal Comune – potrebbero essere seriamente messe in discussione tutte le teorie sulle cause e sulle soluzioni del problema relativo alla “frana ospedale paola”; è ovvio attenersi a quanto disposto dal TAR. Per il collegio giudicante nulla vieta all’Amministrazione di emettere un nuovo provvedimento, rispettoso degli obblighi motivazionali, incidente sulle opere di cui si tratta; però è indubbio considerare che il primo colpo del Comune è andato a vuoto (e nulla lascia presagire che la situazione non possa ripetersi). Insomma, l’ennesima bocciatura di una certa modalità amministrativa.

Ciò su cui è caduta la teoria prodotta dall’Ufficio Tecnico Comunale di Paola è un’eventualità racchiusa nel dispositivo emanato dai giudici del TAR, i quali testualmente scrivono: «Quel che resta nell’ombra è la definizione stessa del carattere abusivo delle opere, stante il fatto che la ricorrente (Annarita Sganga, n.d.r.) ha prodotto una serie di atti dell’Amministrazione comunale (tra cui un’ordinanza urgente e contingibile) con cui si è imposta l’esecuzione di opere di consolidamento. Risulta, peraltro, che l’Amministrazione è stata tenuta informata degli interventi eseguiti». Insomma, prima il Comune impone l’esecuzione di “opere di consolidamento” e, poi, le contesta in quanto “abusive”.

Così come accaduto nel caso dei Commissari Liquidatori che dovevano esprimersi sulla massa debitoria da accludere al dissesto, incespicati nella difficoltà di instaurare un canale comunicativo con chi – nel Sant’Agostino – doveva essere preposto ad avere un rapporto diretto con loro; anche questa volta un organo super partes sancisce che, pur essendone al corrente, l’Amministrazione non ha definito efficacemente il problema che intendeva risolvere.

Per questa ragione i cittadini soffrono due volte, prima soffre il cittadino “privato” leso nei suoi diritti (Annarita Sganga nel caso della sua abitazione e tutti coloro che, dalla dichiarazione di dissesto ad oggi, non hanno visto il becco di un quattrino) successivamente soffre il cittadino “pubblico”, ovvero tutti quelli che vorrebbero servirsi di una strada resa inservibile da una frana che ormai non si limita più al solo aspetto geologico perché – considerando anche i patimenti “pubblici” che subiranno le tasche di coloro che dovranno pagare le tasse calcolate su un dissesto ancora non quantificato – è ormai rappresentativa di un andazzo amministrativo in discesa verticale.

Questa inefficacia amministrativa non trova spunto nelle strampalate ipotesi secondo cui, attraverso questioni come “frana” e “dissesto”, si volessero ridimensionare rispettivamente le personalità di Giorgio Sganga e Roberto Perrotta (esponenti di una politica diversa dall’attuale governance della Città), bensì nei patimenti a cui è costretta la cittadinanza paolana che, per beghe indipendenti dalla propria volontà (se non quella elettorale espressa nel non ancora retribuito appuntamento del 2012) è sempre più lontana dall’attualità e dal diritto giurisprudenziale, perché impantanata in un passato da cancellare e nella legge del più forte. Se prima “si stonava”, adesso “si stride”.

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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