incendio a san lucido

Incendio a San Lucido, oltre al reato c’è la disorganizzazione [FOTO]

SAN LUCIDO – Capita spesso di vedere incendi d’estate nelle campagne nostrane. Spesso assale il dubbio, se un incendio sia nato per bruciare sterpaglia e diventa in seguito indomabile, o se nato dalla stupidità umana di veder bruciare un posto, o magari esplicare interessi assicurativi su di un fondo. Ma non è il caso dell’incendio di qualche giorno fa a San Lucido. Con precisione ci riferiamo all’incendio di domenica 27 luglio, in Contrada San Giovanni, sulle colline di San Lucido, quando un incendio ha gravemente danneggiato una proprietà, con conseguente minaccia per le diverse abitazioni circostanti. Infatti non è statoincendio a san lucido un incendio in un posto isolato, ma nato a bordo strada, in un fazzoletto di terra che separa la carreggiata dalla casa. Il primo allarme viene lanciato dai residenti intorno a mezzogiorno. L’intervento è per mano della squadra antincendio della Protezione Civile, proveniente da Belmonte Calabro e non del gruppo antincendio di San Lucido. Già qui si verifica un’anomalia, con conseguente prolungamento dei tempi di intervento. Dopo due ore, la Protezione Civile riesce a domare le fiamme, evitando feriti e danni alle case. Tuttavia finiscono la loro vita in fumo diversi alberi da frutto. Detti i fatti riferiti all’intervento, non ci resta che guardare alle cause che hanno generato l’incendio. Secondo i residenti, l’incendio ha avuto origine da sterpaglie lasciate sul posto dopo incendio a san lucidoalcuni lavori di pulizia comunale, eseguiti qualche giorno fa lungo le vie della contrada. Così, basta un nulla, con il caldo di questi giorni, a far nascere un incendio dove nessuno pensa possa nascere: autocombustione, una scintilla di una frenata, il mozzicone indecente di sigaretta di un incivile… E il fuoco è fatto. La pulizia delle strade, se compiuta con questa cura, dall’avere un senso di custodia, finisce per essere un rischio diverso, riversato sui residenti, in questa circostanza. La cura del territorio passa dalla forza lavoratrice impiegata da un Comune. Ma questa forza lavoratrice è spesso disorientata in un’organizzazione confusionaria, frammentata nella gestione delle risorse e mal pagata, considerati i ritardi a cui deve sottostare. La cura del territorio passa da fattori determinanti in una struttura organizzativa quale quelle delle risorse lavorative. Dietro un incendio, che poteva essere evitato – secondo i residenti – emerge una disorganizzazione a più livelli, ma che mirano allo stesso obiettivo: la tutela del territorio.

di Fabrizio Di Buono

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