club nautici sequestrati a paola

Club Nautici sequestrati a Paola – Parla una presidente [VIDEO]

Nei giorni scorsi molto clamore è stato sollevato in Città dalla notizia inerente i Club Nautici sequestrati a Paola. I sigilli della Capitaneria di Porto sono stati apposti laddove fioriva l’attività di Club preposti al rimessaggio ed al ricovero di natanti che – a quanto pare – non potevano essere ospitati su porzioni di suolo riservate al Demanio.

Sulla questione sono state scritte alcune cose che la Presidente dello Yachting Club “Marina di Paola”, Daniela Chiodo, ha inteso chiarire nell’intervista che segue. Perché, indipendentemente dal sequestro subìto (che comorterà – entro 15 giorni – lo sgombero dell’area attualmente occupata da più di un centinaio di barche), è necessario operare dei distinguo relativamente ai casi di cui si è data cronaca.

Allo stato attuale i sigilli posti dalla Guardia Costiera, almeno nel caso del Club presieduto dalla Chiodo, sono limitati alla roulotte gommata attorno alla quale sono state riscontrate delle anomalie, mentre per tutto ciò che riguarda il restante suolo demaniale contestato esiste una possibilità “interpretativa” delle misure effettuate che – come ribadisce la Presidente dello Yachting Club “Marina di Paola” – potrebbero essere oggetto di discussione nelle sedi preposte mediante interpretazioni “legali” che avvocati competenti potrebbero fornire a supporto dell’azione con la quale il Club ha inteso promuovere la propria attività. Perché – comunque – esistono carte e permessi rilasciati dal Comune di Paola che potrebbero aver indotto i gestori del club a comportarsi secondo modalità che per la Guardia Costiera sono invece contestabili.

Se la questione orbita attorno a misure – che comunque sono state effettuate secondo criteri codificati – è possibile che l’infamante accusa d’abusivismo possa venire ridimensionata. Resta il fatto che – almeno per il club presieduto dalla Chiodo – sono stati emessi dei sigilli e l’obbligo di sgombero ad un’attività posta nel limite dei 150 metri (ambolaterali) entro i quali è sancito il divieto di balneazione nei pressi della foce del fiume Deuda, che – in qualche modo – favoriva la presenza di un certo tipo di turismo a Paola e che ha comportato il ripristino (seppure per i fini d’attracco, rimessaggio e ricovero natanti) di un’area che fino a qualche tempo fa si presentava abbandonata a sé stessa e quasi in condizioni tali da poter esser definita “discarica a cielo aperto”.

Ma questo lo spiega – compiutamente – nella video intervista che segue, Daniela Chiodo.

Buona Visione

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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