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La Conferenza Stampa indetta nella giornata di ieri dal Comitato di Salute Pubblica a Paola, è servita principalmente a chiarire alcuni aspetti relativi alle risolute e spicciole modalità attraverso le quali, l’Amministrazione guidata dal Sindaco Ferrari, sta cercando di recuperare i residui attivi da inserire nel famigerato riequilibrio di Bilancio da presentare a Roma entro i termini prescritti dal Ministero.
Facendo un passo indietro, ciò che sta suscitando la sdegnata reazione del Comitato (composto in gran parte da Sigle Sindacali, Associazioni, Partititi e Singoli Cittadini), è il dato inerente la mancata considerazione di questo credito pregresso da parte degli attuali inquilini del Sant’Agostino allorquando – con quella che oggi appare come una fretta ingiustificata – s’è trattato di deliberare la dichiarazione di Dissesto. L’equazione è semplice, se esistevano questi “residui attivi”, perché all’epoca non sono stati conteggiati? Perché s’è preferito proseguire per una strada che ha obbligato il Comune a rivedere al massimo imponibile la tassazione da imporre alla cittadinanza? Perché solo oggi si pretende il recupero coatto, secondo il Comitato mediante agenzia esterna, di importi che comunque vanno messi in regola? Perché, in un momento contraddistinto da una grave crisi economica, l’Amministrazione non si fa scrupoli ad adottare dispositivi come la “confisca” dei beni?
Una spiegazione ha tentato di darla Mario Valitutti, membro del Comitato di Salute Pubblica, che intervistato nel video che segue ha concluso “consigliando” a Ferrari di «andaresene a casa», perché l’attuale andazzo – aggravato dalla decisione di procedere secondo quanto stabilito da un decreto sabaudo nel 1910 – è la dimostrazione palese che in seno al Sant’Agostino manca la capacità di proporre un metodo amministrativo efficace e credibile.
Buona Visione
