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TELA DEL RAGNO – Il pentito: «Ho pagato droga a mio fratello»

Come prevedibile, l’udienza con cui s’è concluso il 2014 del processo “Tela del Ragno” è stata caratterizzata dalle domande che, i legali degli altri imputati, hanno posto al collaboratore di giustizia Giuliano Serpa.

Una seduta priva del Pm più frequentemente seduto al banco dell’accusa, Eugenio Facciolla, sostituito per l’occasione da Vincenzo Luberto il quale, molto spesso, è dovuto intervenire sulla pertinenza delle domande degli avvocati, molto insistenti su fatti e circostanze cui affidare gli esiti probanti per la difesa dei loro assistiti.

Dopo un iniziale botta e risposta tra le parti, l’ex picciotto paolano è stato messo in condizione di poter conferire sui fatti di cui gli è stato chiesto di rendere conto. Iniziando da alcuni chiarimenti in merito ai suoi rapporti con Giovanni Abruzzese, incontrato in occasione della sistemazione di Michele Bruni presso l’hotel Ostrica (per favorirne la mancata notifica di un provvedimento giudiziario a suo carico), Giuliano Serpa è stato poi chiamato a fornire delle specificazioni in merito ai motivi che avrebbero indotto Gennaro Ditto ad entrare in contrasto, fino al punto di tentarne l’omicidio, con Giancarlo Gravina. Stante la deposizione del pentito, i due erano in conflitto per cause ascrivibili ad alcune considerazioni che Gravina aveva riservato alla madre di Ditto, l’imputata Carmela Gioffré (ieri assente dal carcere dov’è rinchiusa, a Catania), in relazione allo scandalo sorto a suo tempo in città su questioni relative a prescrizioni mediche e favoritismi farmacistici. Il nodo della faccenda ruotava attorno al nome del medico curante della donna, che l’avvocato della famiglia Ditto ha prontamente ricondotto ad un altro professionista rispetto a quello che aveva ipotizzato, nella sua dichiarazione, il collaboratore di giustizia. Dopodiché si è passati a chiarire i motivi che sottostavano alla proclamazione di Pietro Serpa come capo del sodalizio paolano, opera richiesta da Guerino Serpa durante un incontro avvenuto a Spoleto. I difensori degli imputati hanno mirato al fatto che lo stesso Pietro fosse stato, fino a quel momento, amico dei membri del clan rivale (Scofano-Martello) e che addirittura – in un passato neanche tanto recente – si fosse reso responsabile di un fallito attentato nei confronti del cugino Giuliano (compiuto insieme ad Ennio Serpa nei primi anni ’90). Pertanto hanno chiesto al collaboratore di giustizia, che nel frattempo aveva ucciso suo cugino Ennio, come potesse riporre fiducia in un uomo così incline a fargli del male al punto da accettarlo come suo “capo”. Giuliano Serpa ha quindi risposto che la credibilità di Pietro per lui era fuori discussione in quanto, per il bene del sodalizio paolano, sarebbe stato giusto mettere “una pietra sopra” tutti i contrasti del passato. Perché un gruppo unico avrebbe potuto rispondere con maggiore intensità alla pressione gestionale che i clan egemoni di Cosenza operavano, a quel tempo, sulla consorteria della città del Santo. Tant’è che ha anche ribadito l’opportunità di uccidere uno tra Chiodo e Lanzino, sorta una volta che il sodalizio con i Bruni e con gli “zingari” di Abruzzese, era stato assodato. Anche se ha negato di aver mai trattato personalmente con questi ultimi.

Interrogato poi sulle inclinazioni del fratello, forse per minarne la credibilità, Giuliano Serpa ha dovuto confermare il pagamento, di tasca sua, di una transazione relativa all’acquisto di droga. «È avvenuto ad Amantea e, in quell’occasione, ho dovuto pagare l’importo a Massimo Africano». Sulla figura del fratello Ulisse, un altro dettaglio importante che l’ex picciotto ha fornito, ha riguardato l’omicidio di Ennio Serpa del quale Giuliano avrebbe informato il congiunto: «Molto tempo dopo averlo commesso, perché Antonello La Rosa non voleva che ne fosse messo al corrente». E proprio partendo da questo evento, molti legali degli imputati hanno proposto nuove domande. (continua)

 

Articolo apparso su “La Provincia di Cosenza” in data 24.12.2014

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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