appalto amico

Tela del Ragno, il pentito: «Vi ammazzo tutti con una fucilata»

Il processo “Tela del Ragno” è entrato nella sua fase più acuta, quella del sangue versato e dei summit malavitosi vissuti in prima persona dal protagonista del pentimento più eccellente. Se l’altro ieri Ulisse Serpa aveva parlato da ex estorsore, informato sui fatti ma mai capace di sparare, con la deposizione del fratello Giuliano, collaboratore di giustizia anch’egli, le questioni affrontate hanno potuto svilupparsi attorno al cardine relativo alla sua riconosciuta, e in certi ambienti “celebrata”, capacità omicida.

Salito sul banco senza separé, Giuliano Serpa ha parlato per tre ore, svelando passaggi e rapporti utili a chiarire la posizione di molti imputati. Tra i tanti, Gennaro Ditto, su cui si è così espresso: «L’ho visto crescere perché i suoi genitori avevano una bancarella al Santuario di fianco alla mia. Quando la madre (l’imputata Carmela Gioffrè, ndr) preoccupata per le sue frequentazioni, mi ha chiesto di intervenire, l’ho redarguito. Ma lui è andato ugualmente a fare l’autista a Mario Scofano». Di Antonio Buono (alias ù Strippune) l’ex picciotto paolano ha detto: «Era molto vicino ad Ennio Serpa, col quale era dedito ad attività di strozzinaggio. Dal momento in cui ho fatto fuori mio cugino, si è avvicinato ad Antonello La Rosa e con lui è rimasto fino alla fine». Sui rapporti che lo legavano a Buono, Giuliano Serpa ha dichiarato: «Non c’erano particolari attriti tra noi, anche se quando mia cugina Nella mi ha chiesto di bruciargli il lido, io l’ho fatto». Giancarlo Gravina (alias Pastasciutta) videocollegato dal carcere di Ascoli, «Deve ringraziare sua moglie e le figlie se è ancora vivo. Lo frequentavo solo perché era amico di mio fratello ma, dato che andava parlando male di me, avrei potuto anche ammazzarlo». Poi, entrando nello specifico di delitti più gravi, Giuliano Serpa ha confermato d’essere stato l’assassino di suo cugino Ennio, col quale c’erano stati trascorsi burrascosi per via di spartizioni legate alle estorsioni e per questioni relative al trattamento che questi aveva riservato ad Ulisse Serpa. «Una sera, dinnanzi a me e mio padre, si è permesso di dire che avrebbe voluto ammazzare mio fratello. Gli ho risposto che se avesse ripetuto una cosa del genere lo avrei sparato e dopo gli avrei tagliato la testa per buttarla in Piazza». Poi, nel 1994 l’epilogo: «L’ho ucciso a fucilate, con un’arma che mi aveva dato Romeo Calvano, il quale avrebbe dovuto fare lo stesso con mio cugino Pietro che, insieme ad Ennio, avevano tentato di uccidermi qualche anno prima». In seguito a questo omicidio, i rapporti interni al clan Serpa si erano molto deteriorati, per questa ragione – da Cosenza – è stato emanato l’ordine di organizzare un summit al quale avrebbero dovuto partecipare, insieme ai reggenti Chiodo e Cicero, anche Pietro Serpa , lo stesso Giuliano, Luciano Martello (definito: «Nu piecuraru») e Antonello La Rosa. Nonostante l’assenza dei boss cosentini, l’incontro ebbe ugualmente luogo a casa di Mario Scofano ed in quell’occasione venne sancito un patto di non belligeranza, culminato con l’amministrazione controllata della malavita bruzia sulle attività costiere, che costava ai locali la metà degli introiti derivanti dalle estorsioni. Questa situazione non poteva reggere, infatti Giuliano – di concerto con Michele Bruni e col clan degli zingari, entrati in faida con le consorterie criminali cosentine – avevano pensato di uccidere uno, tra Lanzino e Cicero, a Nocera Terinese.

Sul delitto di Salvatore Imbroinise (alias Ciàp Ciàp) figlio del suo amico Giovanni, Giuliano Serpa ha dichiarato: «Quando non si drogava era un buon ragazzo, però lo avevo avvisato: “Se insieme ai tuoi amici continuate a comportarvi male, vi ammazzo tutti insieme con una fucilata”. Poi lo uccisero su decisione di Luciano Martello e Antonello La Rosa, entrambi rancorosi per le botte subite da Ciàp Ciàp nelle occasioni in cui con lui non si poteva parlare perché era fatto di cocaina o eroina». Prossima udienza: 17 Dicembre.

 

Articolo apparso su “La Provincia di Cosenza” in data 13.12.2014

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

Check Also

cosmo de matteis

Editoriale – Ritorno al passato (di Cosmo de Matteis)

Premetto che questo articolo è rivolto ai lettori che credono nella democrazia,  e sono liberi …

Rispondi