catastrofe ambientale

Fiume Oliva: 8 casi di tumore su 17 nuclei familiari della zona

fiume-oliva-2Si è svolto ieri 23 gennaio presso la Corte d’Assise di Cosenza il processo all’interno del procedimento giudiziario per l’inquinamento della valle dell’Oliva, risultato contaminato da metalli pesanti, idrocarburi e Cesio 137, un radionuclide artificiale, durante il quale ha fornito deposizione Maria Antonietta Pignataro, comandante della polizia provinciale di Cosenza.

Ad essere imputati, oltre all’imprenditore amanteano Cesare Coccimiglio, altre 4 persone: Vincenzo Luani, Giuseppina Marinaro, Antonio Sicoli e Arcangelo Guzzo, accusati di disastro ambientale e contaminazione delle acque dovuta all’interramento di rifiuti tossici nell’alveo del fiume Oliva,  i quali secondo il pm Maria Camodeca, avrebbero quindi compromesso l’ambiente e la salute degli abitanti della zona.

La Pignataro, ascoltata dopo Giovanni Fusaro della Guardia Forestale, ha dichiarato di aver preso in considerazione le testimonianze di 57 persone titolari della licenza di pesca della zona, e 17 nuclei familiari che utilizzavano le acque sotterranee dell’Oliva, di cui 8 riscontrerebbero delle patologie tumorali. Di questi 8, di cui la Pignataro ne ha elencato il diverso tipo, 6 sarebbero ancora da accertare, mentre 2 sarebbero in possesso di certificazione che ne confermano la patologia. Per tutte le testimonianze previste le parti si sono accordate per l’acquisizione dei verbali, compresi quelli circa la deposizione dell’agente del corpo forestale dello stato Ferraro.

La prossima udienza, prevista per il 2 marzo, vedrà la presenza di 6 testimoni, tra cui spicca il nome di Brancati,che all’epoca delle indagini era Consulente Tecnico D’Ufficio presso la Procura.

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