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Paola – Dopo “Presadiretta”, interviene Giorgio Sganga

La frana che interessa la collina su cui sorge l’ospedale “San Francesco” di Paola è stata oggetto di una parte del servizio andato in onda, ieri sera su Rai 3, all’interno del programma di inchieste “Presadiretta”.

Montato secondo un andamento che ha concesso la parola ad alcune delle parti coinvolte (anche su opposte posizioni), il servizio ha evidenziato un problema che vede la provincia di Cosenza “maglia nera” nella gestione del dissesto idrogeologico, palesato dalla presenza di 5685 frane censite sul suo territorio.

Riccardo Iacona, accompagnato dal geologo Carlo Tansi, ha mostrato globalmente la situazione, soffermandosi sui dati emersi durante le varie attività d’indagine e sulle possibilità di risoluzione di ogni singolo caso, dedicando a Paola un’ampia porzione del servizio. Intervistato per l’occasione, il sindaco Basilio Ferrari si è limitato a dire che «Sarebbe bastato un po’ di zelo in più per evitare il peggio. Personalmente ho sborsato 300.000 euro per alcuni lavori di contenimento, anche se per risolvere il problema ci vorrebbero due milioni».

Raggiunto durante la lunga pausa conseguita ad un problema tecnico accorso durante la messa in onda, il dott. Giorgio Sganga (padre del “privato” tirato in ballo come presunto colpevole dello smottamento), ha inteso rispondere al servizio, riservando qualche stoccata anche al primo cittadino.

«Dopo la visione della parte di programma dedicata a Paola, della cui interruzione tecnica qualcuno, sicuramente, mi accuserà perché agli occhi della gente vengo presentato come “potentissimo”, l’idea che mi sono fatto riguarda un unico errore che ho commesso. Quello di non essermi intestato la casa che ho contribuito a costruire per mia figlia. Perché non è gusto – ha detto il commercialista – che una madre di famiglia venga continuamente messa all’indice per una colpa non dimostrata. Perché mi sembra strano che un professionista stimato come Iacona si soffermi solo ad intervistare i tecnici della Procura, dimenticando che esistono anche perizie di parte che dicono altre cose e sentenze (come quella del TdL di Cosenza e del Tar di Catanzaro), suffragate da relazioni redatte da tecnici del calibro del prof. Fiorillo che escludono categoricamente responsabilità sulla frana relative all’immobile.

Perché non è stato detto che sulla frana insisteva un parcheggio abusivo che per anni è stato utilizzato, appesantito e non manutenuto secondo crismi che ne consentissero perlomeno un drenaggio sufficiente?

Perché non è stato puntualizzato che i gabbioni sono stati realizzati da me perché il comune non era in grado di affrontare la spesa? Un’operazione che comunque aveva già messo in conto e quindi approvato.

Perché il sindaco sorride alla telecamera senza dire che già da tempo esistono interventi che potrebbero essere posti in essere per liberare la strada che da anni è ostruita?

Forse, quando tutto questo procedimento sarà finito, si scoprirà che quei gabbioni incriminati in realtà hanno “frenato” e non “franato” la terra. Evitando conseguenze ben più gravi di quelle viste sino ad oggi».

Indipendentemente dai punti di vista, dalla puntata titolata “Tesoro Italia” è uscito fuori uno spaccato razionale dell’attualità nazionale, in cui lo Stato, nella sua accezione normativa e di controllo, è lacunoso e approssimativo, schizofrenico e contraddittorio al punto da aver imposto alcuni cambiamenti che, successivamente, ha contestato come abusi e ha condonato abusi rendendoli “normali”. Tutto questo all’insaputa dell’Italia, del suo territorio e – purtroppo – della sua popolazione.

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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