scogli di coreca
Alcuni momenti del sit-in

Scogli di Coreca – Grillini e ambientalisti contro Comune e Regione

scoglio_di_corecaAttivisti del Movimento 5 stelle, associazioni e ambientalisti  si sono ritrovati ieri  7 febbraio nel primo pomeriggio per il sit-in a favore della battaglia “Stringiamoci a Coreca”, a tutela del famoso scoglio della località considerata uno dei paesaggi più belli e suggestivi della costa.

La forte erosione costiera degli ultimi anni, che ha letteralmente cancellato la costa antistante lo scoglio, ha costretto le istituzioni a pensare a quali provvedimenti adottare. Il progetto avallato dal Comune consisterebbe nella realizzazione di una spiaggetta e nella costruzione di una vera e propria barriera di massi alta due metri sopra il livello dell’acqua, che andrebbe a coprire la scogliera naturale presente in mare. Ciò ha quindi suscitato l’opposizione della cittadinanza, in quanto la realizzazione deturperebbe la naturalità dello scorcio.

scogli di coreca
Alcuni momenti del sit-in

Il disegno, finanziato dalla Regione, venne proposto per la prima volta nel 2011, ma il forte attivismo della società civile e delle associazioni del territorio fecero recepire la contrarietà al progetto all’allora sindaco di Amantea Tonnara, che sentì il bisogno di tutelare il paesaggio non accogliendo la pianificazione proposta. «Prima della scorsa campagna elettorale il piano di lavoro è stato però riproposto, ma potenziato: da 100 mila euro per finanziarlo si è passati ad 1 milione e 100. La realizzazione prevede un muro in mare davanti allo scoglio e la creazione di una spiaggetta, che potrebbe per altro diventare privata, poiché c’è una struttura alberghiera interessata». A parlare così Francesca Menichino, consigliere comunale 5stelle di Amantea, intervenuta come altri cittadini durante il sit in, che ha risposto ad alcune nostre domande.

scogli di corecaEsiste quindi  anche un sistema economico dietro ? «Al di là di una esigenza di tutela delle infrastrutture, delle spiagge e del litorale, probabilmente si. Nel mese di settembre il consiglio comunale è intervenuto, sollecitato dalle associazioni ambientaliste che hanno chiesto di esprimere delle osservazioni rispetto ad una  valutazione di impatto ambientale. Il comune l’ha fatto con una delibera di consiglio che ha chiesto una sospensione temporanea di questi lavori per una riconsiderazione del progetto. Avevamo chiesto l’istituzionalizzazione di una commissione che lavorasse per capire come diversamente potessero essere usati questi soldi ma ciò non è accaduto» continua la Menechino «Il sindaco Monica Sabatino ha intanto instaurato una relazione con la Regione, con la quale ci sono stati 2 incontri, uno ad Amantea e uno a Catanzaro il 19 gennaio. L’ente Regione cerca di premere affinché il progetto si faccia, così come il progettista, che dice che il disegno non può essere cambiato. Noi come movimento abbiamo chiesto la convocazione di un consiglio che non ci è stata accordata. Adesso bisognerà vedere, nella prossima convocazione di conferenza di servizi che dovrà avvenire entro il 24 febbraio, cosa il Comune materialmente dirà, poiché gli spetta la parola definitiva. Noi speriamo fermamente che dica no»

Avete una proposta alternativa rispetto a quella avallata? «Si è parlato di barriere sommerse, più rispettose quindi del paesaggio. C’è una scogliera al di sotto e quindi tutta una fauna e una flora da preservare. Abbiamo chiesto una collaborazione a tecnici che non basano i loro progetti sulla cementificazione, ma su sistemi alternativi e più ecologici. Proponiamo sistemi pensati non solo per arricchire “qualcuno” ma per arricchire il bene comune che abbiamo, in questo caso l’ambiente, per tutelarlo e proteggerlo nel miglior modo possibile».

Inoltre il ripascimento previsto prevede che venga prelevata della sabbia dal Fiume Oliva, nella quale vallata sono state  interrate sostanze altamente inquinanti.

«Questa è un’altra nota stonata della vicenda. La spiaggetta davanti allo scoglio si realizza, su base progettuale, con 43 mila metri cubi di sabbia prelevati proprio dal fiume Oliva, e l’assurdo è che c’è un procedimento penale in corso per l’inquinamento della sua vallata in cui il Comune si è costituito parte civile. C’è quindi qualcosa che non va. Oltretutto il nostro porto si insabbia continuamente, ci sarebbe pertanto una quantità enorme di materiale da prelevare. Stiamo parlando di soldi che sono di tutti, andrebbe perciò usata coscienza nello spenderli. Sarebbe necessario chiedersi se con questo progetto si stia facendo qualcosa di utile o se si stiano rovinando la salute e l’ambiente».

 

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