pesci malformati

San Lucido – Pesci malformati pescati “ai bracci”

di Settimio Alo’

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La sezione del corpo del pesce mostra chiaramente i tratti di una spina bifida

Risale a due settimane fa, ma la notizia è trapelata ufficialmente solo ieri quando nello specchio acqueo di San Lucido, sono stati pescati alcuni Tombarelli, (precisamente tra 3° e 4° pennello) con spina bifida. Una gran brutta sorpresa. Ora senza inutili allarmismi è vero che le correnti portano e trascinano un po’ di tutto da costa a costa, è vero che le informazioni in merito sono state già inviate e sottoposte all’Asp ed agli uffici di ricerca dell’Unical, ma è vero altresì che preoccupazione e timore di un inquinamento crescente dei nostri mari e contaminazione del nostro pesce esistono. Un evento che ha due precedenti: nel settembre del 2013 furono pescati vicino alla costa di Fiumefreddo Bruzio esemplari della stessa specie e con analoga malformazione scheletrica. E nel 2014 un altro caso interessò le coste di Amantea e Campora con dei tonni che mostravano medesima deformazione. Nelle lische si evidenziò in quel caso specifico la presenza di tre policlorobifenili con valori oltre il livello di guardia: composti organici altamente nocivi per la salute dell’uomo. Diversi studi scientifici su casi molto affini hanno evidenziato il rapporto causa effetto con l’insorgere di malattie tumorali. Le identiche anomalie riscontrate in questi giorni e la ripetitività degli episodi lasciano ipotizzare l’esistenza di un focolaio di contaminazione lungo il Tirreno cosentino. Un caso questo sanlucidano che solleva non pochi timori sulla qualità della salute anche del nostro piccolo bacino di mare e che ricorda quanto sta avvenendo in altre parti del Mediterraneo dove altri pesci malformati sono stati pescati.

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