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Cosmo De Matteis: 《I mali di Paola vanno oltre i tumori》

Negli anni settanta una canzone recitava 《Tu sei buono e ti tirano le pietre, sei cattivo e ti tirano le pietre》 perfettamente adattabile ai fatti dei nostri giorni in città. Nella scorse settimane, alcuni giovani professionisti paolani, sensibili alle tematiche delle patologie tumorali ricorrenti nella nostra zona, hanno inteso rilanciare su Facebook la questione rilanciandola ad una vasta platea mediatica per richiamare l’attenzione sul dramma,  vissuto spesso in silenzio, da tante famiglie. Personalmente scottato da precedenti esperienze, da anni non uso questi mezzi di comunicazione. Ma, in quanto indirettamente coinvolto, ho seguito l’evolversi del dibattito mediatico, scambiando alcune telefonate con uno dei promotori che – bontà sua – mi ha interpellato direttamente.

Come al solito, ho vista svilita l’iniziativa disinteressata dei promotori.

L’entusiasmo, la partecipazione di tanti, che intendevano fare qualcosa di buono, ben presto è stata intralciata dai soliti personaggi che, deviando la discussione,l’hanno buttata in ciarlataneria. Personalmente, da tempo, non ho molta fiducia nella cosiddetta opinione pubblica – in particolare paolana – per cui quanto è successo su Facebook non mi ha colto di sorpresa.

Avendo però la possibilità di dire ciò che penso, su questo nostro giornale on line esprimo alcune considerazioni su alcuni sprazzi di lettura.

La triste realtà delle morti e degli ammalati è un dato di fatto, “son di più”, “sono di meno”, è un problema relativo. La necessità dell’istituzione di un registro dei tumori, che riguardi tutta la regione, è indispensabile per seguire un iter scientifico che potrebbe dare dei frutti fra alcuni anni, ma un inizio è necessario. Che io sappia, da circa un anno, la regione avrebbe dovuto avviare tale attività, ma nulla di concreto sino ad oggi è stato fatto. Alcuni dicono: 《questa iniziativa pone la ‘nostra’ città sotto una cattiva luce, con conseguente perdita di turismo, calo del commercio e cosi via》. Nulla di più ipocrita e falso: da decenni la nostra cittadina è letteralmente saltata come meta turistica.

Cosa offre paola al turista? Un centro storico rivitalizzato? Un artigianato locale? Un mare da bere? (frase famosa in pubblica piazza di un presidente regionale).

Hotel, B&B, affittacamere, in grado di competere non dico con Rimini, ma Diamante-Tropea-Pizzo, non proseguo l’elenco per carità. Il commercio… quale commercio?… Se da sempre i paolani si recano fuori per gli acquisti, cito solo Amantea, dove teoricamente la famosa nave dei veleni avrebbe dovuto nuocere a tali attività.

Quale commercio? Se in tutte le città si prediligono le isole pedonali ed il verde, mentre da noi si fanno le petizioni, affinché con la macchina si possa entrare nelle vetrine.

Città ordinata?Macchine in doppia tripla fila, occupazione abusiva dei parcheggi per portatori di handicap, rischio di lite giornaliera per carenza di personale della polizia urbana.

La città del Santo,il turismo religioso? Da sempre i pellegrini si sono limitati a fermarsi presso il Santuario, senza neanche sfiorare, se non eccezionalmente, l’area urbana. Comunque non è certo il nome di S. Francesco che può risolvere i problemi sociali, politici, culturali di una cittadina che offre all’occasionale visitatore una piazza, dove il massimo  della discussione sono le urla tra tifosi pantofolai circa il campionato di calcio.

Non voglio proseguire per carità di Patria. Concludo complimentandomi con tutti quei ragazzi che hanno dato un loro contributo disinteressato con le loro proposte, è giusto che voi abbiate fiducia e speranze.

Personalmente non ho fiducia nelle istituzioni dello stato, non ho alcuna fiducia nei nostri politici, non rinnego comunque le mie posizioni ma continuerò a dire ciò che penso, anche se sono da anni consapevole che non potrò cambiare le cose… anzi se alcuni potessero… o potranno… a voi le dovute conclusioni presenti o future.

 

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