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Paola – L’amaro il Natale di Sara e di tanti altri ragazzi

Sara è una ragazza paolana che per vivere ha bisogno di affidarsi agli altri. È una giovane disabile che gode i piaceri della normalità solo quando intorno a lei le circostanze lo permettono. Questo significa che non può deambulare autonomamente, nutrirsi come fa la maggioranza delle persone e divertirsi come i suoi coetanei. Sebbene ci siano una miriade di altre cose che a Sara, vista la sua particolarissima condizione, sarebbero strutturalmente inibite, a lei è stata offerta una realtà diversa. A lei e a tanti altri ragazzi nella sua stessa situazione, è stato insegnato il modo per non sentirsi “diversi”, “penalizzati”, “handicappati”. Laddove non sono bastati parenti ed amici, per Sara è arrivata in aiuto la collettività, quel vituperato Stato che troppo spesso viene indicato come il male di tutti i mali, è intervenuto con dispositivi normativi utili a rappresentare un sollievo (per non dire “una cura”). Pertanto, nei confronti di Sara, sono state attivate politiche funzionali ad assottigliarne la distanza dal resto della società, le è stato mostrato un mondo dove il sorriso non è un segno di cortesia ma è un moto dello spirito. Le è stato permesso di “vivere” insieme agli altri, grazie all’aiuto di persone “ulteriori” rispetto al suo nucleo familiare, operatori qualificati di cooperative convenzionate insieme ai quali, Sara, ha dormito sonni sereni.

Tuttavia, proprio l’altro ieri notte, Sara non ha chiuso occhio. La ragazza, per ammissione di suo padre Pino, è stata turbata da una notizia comunicatale attraverso una “letterina di Natale” dell’Asp, una missiva nella quale sarebbe stato scritto che a lei, e a tutti coloro che vivono nella sua stessa condizione, quell’aiuto “esterno” (ma ormai familiare), verrà revocato.

Inutile raccontare la storia che si cela dietro quest’ennesimo, presunto, taglio alle spese operato in regime di commissariamento della sanità. Superfluo rimarcare che si tratterebbe della mancata apposizione di una firma ad un compromesso già trovato. Dannoso pensare che dietro questa “svista” possa celarsi una precisa volontà.

Tanto meglio ipotizzare un atteggiamento di sottovalutazione di un problema che forse, se non vissuto in prima persona, non s’avverte nella sua carica sconvolgente. Pertanto, visto che ci si muove nel campo delle indiscrezioni dove l’unica certezza è la risposta che avrebbe dato la dott.ssa Giuliana Bernaudo (direttrice del Distretto Sanitario “Tirreno”) alla giovane Sara – occorrenza testimoniata da suo padre Pino – la situazione potrebbe essere sbloccata solo con l’intervento del commissario provinciale dell’Asp, dott. Gianfranco Filippelli.

A questo punto, considerando l’imminenza del Natale e l’età giovanile di tutti coloro che sono coinvolti nel rischio di perdere il fondamentale servizio di Assistenza Socio Sanitaria Integrata, sarebbe il caso di velocizzare l’iter funzionale a mettere Sara e i ragazzi come lei – nonché le loro famiglie – in condizione di poter tornare a dormire sonni tranquilli. Così come dovrebbe accadere per le cooperative che svolgono materialmente il servizio e che, ancora oggi, non si sarebbero viste firmare i protocolli relativi all’anno in corso.

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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