coerenza politica

Gérard Depardieu, allevatore dongiovanni, seduce Berlino

La Berlinale si conclude con due film che raccontano in maniera molto diversa la difficoltà di cambiare vita, ed un thriller iraniano dalle belle ambientazioni esotiche

Zjednoczone Stany MilosciUltima giornata di film in concorso: si comincia con “Zjednoczone Stany Milosci” (“United States of Love”) di Tomasz Wasilewski dove quattro donne e i loro amori impossibili si incrociano e si intrecciano in un condominio della Polonia post-sovietica. I francesi Benoît Delépine e Gustave Kervern invece si affidano ad un più rassicurante terzetto di uomini, tra cui Gérard Depardieu, che in “Saint Amour” cercano anche loro il loro amore. Il festival si chiude con l’iraniano “Ejhdeha Vared Mishavad!” (“A Dragon Arrives!”) di Mani Haghighi, storia di fantasmi a metà tra finto reportage e autentico delirio allucinatorio.

Nelle sezioni collaterali Daniel Burman in “Rey del once” racconta un’altra storia sul suo tema preferito: il rapporto mai compiutamente risolto tra padre e figlio, ancora una volta nella comunità ebraica di Buenos Aires. Un giovane scrittore di successo in crisi creativa e affettiva e i suoi deliri in “While the Women Are Sleeping” di Wayne Wang con la star Beat (Kitano) Takeshi. L’inattesa varietà e vitalità delle campagne intorno a Berlino e dei suoi abitanti ed i rischi che li minacciano nel documentario “Landstück” (“Pezzo di terra”) di Volker Koepp, efficace testimonianza della tenacità con cui poche donne e pochi uomini cercano di salvaguardare un patrimonio fin troppo trascurato.

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