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Con un’ordinanza fulminea, il sindaco Ferrari ha decretato la chiusura di un’attività ricettiva “a carattere familiare” operante a Paola. Il dispositivo si è reso necessario, così com’è scritto nell’atto pubblicato sull’albo pretorio, «per la salvaguardia della salute pubblica»; datosi che – come ha avuto modo di certificare il Dirigente Medico d’Igiene Pubblica dell’Asp nell’allegato all’ordinanza – per cause ascrivibili alle condizioni interne dell’attività si è verificato «un caso di polmonite da legionella pneumophila di un ospite che ha soggiornato presso la struttura».
Sebbene nel decreto sia specificato che: «contro il presente provvedimento, può essere presentato ricorso entro 60 giorni dalla notifica»; è altamente improbabile che i titolari dell’attività si oppongano senza prima essere ricorsi alle necessarie procedure di bonifica. Perché così come riportato in uno studio pubblicato sulla rivista “Salute&Prevenzione” a cura dei dottori Lorella Badii e Stefano Bonucci: «Le infezioni da Legionella rappresentano oggi un problema serio e preoccupante per la frequente presenza del microrganismo nell’acqua calda sanitaria di case, alberghi, campeggi, piscine, ospedali, case di riposo, ed in ogni situazione in cui la temperatura dell’acqua sia di almeno 25°C […]Dobbiamo partire dal presupposto che il batterio è ubiquitario e normalmente vive in natura in quanto il proprio habitat è rappresentato da ambienti umidi in genere (fiumi, laghi ecc.) e che proprio a seguito di questa peculiarità, ad oggi non esistono soluzioni definitive e uniformate per prevenire le contaminazioni ambientali di Legionella […] La “Malattia dei Legionari” è la forma più severa dell’infezione, con una letalità media del 10% che può arrivare fino al 30-50% nel caso di infezioni ospedaliere […]La malattia si manifesta dopo un’incubazione di 2-10 giorni con disturbi simili all’influenza, con malessere, mialgia e cefalea cui seguono febbre alta, tosse non produttiva, respiro affannoso».
