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A distanza di quattro anni dall’ultima tornata elettorale che ha dato a Paola l’assetto amministrativo che ne sta connotando l’attualità, il tempo di tracciare una linea sotto le iniziative che ne hanno caratterizzato i cambiamenti è ormai prossimo. Nel tentativo di offrire qualche ragguaglio “parziale” (che tuttavia fra meno di un anno diventerà definitivo) è stato necessario rivolgere l’attenzione laddove si sono condensate le maggiori aspettative cui la cittadinanza è stata indotta a riporre fiducia, iniziando da quelle che hanno costituito le mutazioni più evidenti. Sorvolando sulle incompiute “plateali” e come il porto e il restyling del Lungomare, mettendo da parte le opere in fase di ultimazione, come l’arena semovente di Largo Sette Canali e l’isola pedonale di Corso Roma, il progetto che più d’ogni altro sembra avere carattere definitivo è costituito dal ripristino del mercato nel centro cittadino.
Presentato come la panacea di problemi del commercio, strutturato come fosse l’unica strada da percorrere per indurre la clientela a visitare (anche) i negozi presenti nella zona attraversata, ad oggi non ha portato i risultati auspicati. Perché la crisi economica vissuta su Corso Roma è evidente – basti pensare che dal 2012 ad oggi sono andate perdute una quantità di attività prossime alla decina – e soprattutto perché la rimodulazione dell’ex area mercatale di Via Pantani, per un momento reclamizzata come aviosuperficie “turistica” per elicotteri in grado di collegare la terra ferma con le isole eolie (propaganda rafforzata da un indimenticabile giro in aeromobile effettuato e documentato, con tanto di sberleffi e schiamazzi registrati, da alcuni membri dell’esecutivo in carica) è ancora approssimativa e condotta soltanto su metà della zona. La parte di quell’area a tutt’oggi “attiva”, è stata riconvertita ad uso e consumo di due scuole guida cittadine che la utilizzano per esercitazioni e prove d’esame, mentre su tutto il resto sembra essere calato – neanche tanto silenziosamente – il degrado.
Se non fosse per alcuni arbusti infiorati che ne offrono una visuale “colorata”, la parte che un tempo ospitava le bancarelle dedite alla vendita di generi alimentari è divenuta preda di una folta vegetazione, talmente intricata e lussureggiante da aver raggiunto altezze prossime alla statura media di un essere umano. Al contempo, nei dintorni circostanti, quello che una volta era lo spazio riservato al parcheggio degli avventori, è divenuto luogo funzionale all’allestimento di una improvvisata ed invadente discarica abusiva, nella quale il pattume indifferenziato ed ingombrante viene depositato senza sosta.
Il degrado di quell’immondo cumulo è talmente evidente che, soventemente, per cancellarlo dalla vista viene alla bell’e meglio dato alle fiamme, costringendo i residenti ad una convivenza impossibile con fumi e puzze nauseabonde.
Una cosa che, quando l’area era manutenuta secondo crismi funzionali alla frequentazione del mercato, non si era mai verificata. Ma quella era un’altra Paola, la cui essenzialità forse stonava con l’idea barocca di una città “sempre più bella” che oggi si vuol far credere alla gente.
