guido scarpino

Paola – Il Sindaco Ferrari si scaglia contro Guido Scarpino (che risponde)

Quella che segue è la sortita del sindaco Ferrari, autore di una nota stampa conseguita alla pubblicazione di un articolo in cui – a firma del giornalista Guido Scarpino – è  comparsa la trattazione della notizia relativa a talune “voci di spesa” dell’amministrazione comunale.

“A cosa serve, oggi, la comunicazione se i giornali pubblicano gratuitamente gli interventi degli amministratori?” – In questo interrogativo, che definire paradossale è un eufemismo e con il quale Guido Scarpino (in un articolo a pagina 22 de Il Quotidiano di oggi 2 ottobre 2016, dal titolo “Comune, nuove spese allegre”) firma un attacco diretto, esplicito, violento ed a tutta pagina contro l’Amministrazione Comunale che ho l’onore di guidare, è racchiusa tutta la confusione ed anche la mala fede di chi, abusando del proprio ruolo di corrispondente, interpreta non il ruolo di giornalista doverosamente imparziale ma di oppositore politico. Stendendo un velo pietoso sulla pretesa, di cui è intrisa l’intera ricostruzione strumentale di Scarpino, di fare la pagella politica all’Esecutivo cittadino giudicato come dedito allo sperpero quotidiano ed irresponsabile di risorse pubbliche, ciò che più risulta assurdo, soprattutto perché detto da chi dovrebbe essere un operatore dell’informazione, è il tentativo di far passare l’attività di comunicazione istituzionale, che Paola svolge al pari di tutti gli altri comuni italiani, come un servizio inutile. A tutela, anzi tutto, della dignità e dell’immagine professionale dell’intera categoria, offesa dalle affermazioni di Scarpino, riteniamo di poter affermare che il ruolo del giornalista non coincida e non abbia mai coinciso con la pubblicazione gratuita degli interventi degli amministratori! Abbiamo un’altra idea, molto più importante e qualificante, del ruolo critico e della funzione nobile del giornalismo, considerandolo uno strumento irrinunciabile ed indispensabile a servizio del diritto di cronaca e della formazione dell’opinione pubblica. Così come condividiamo tutt’altra idea dell’attività di comunicazione pubblica ed istituzionale, svolta dagli uffici stampa degli enti e sulla quale, nel goffo tentativo di dimostrare chissà quale inesistente scandalo messo in piedi dalla Giunta, Scarpino dimostra profonda sconoscenza mista a confusione. Sia qui utile ricordare che, dal 1990 al 2000 il Parlamento ha varato ben sei leggi che parlano di comunicazione e informazione. La legge 142/1990 afferma il diritto-dovere delle istituzioni di comunicare; la legge 241/1990 pone la comunicazione al servizio dei principi di trasparenza e di accesso; il Dlgs. 29/1993 dà alla comunicazione lo strumento degli Urp; la legge 59/1997 lega la comunicazione ai processi di semplificazione; la legge 127/1997 colloca la comunicazione al servizio dello snellimento dell’attività amministrativa; ed infine la legge 150/2000 legittima in maniera definitiva l’informazione e la comunicazione riconosciute come costanti dell’azione di governo nella pubblica amministrazione. Quest’ultima in particolare, evidentemente ignota a Scarpino, è stata unanimemente considerata una legge di cambiamento radicale per uno Stato che da quel momento, attraverso la completa legittimazione degli uffici stampa all’interno dei comuni, si è avviato ad improntare la sua attività alla trasparenza ed al colloquio con i cittadini, attuando così pienamente l’articolo 97 della Costituzione. È in perfetta aderenza, quindi, con lo spirito riformatore del legislatore in materia che anche il Comune di Paola ha inteso affidare, attenendosi per altro a costi dimezzati rispetto a quelli necessari per garantire un ufficio stampa tradizionale, il servizio di comunicazione istituzionale. Abbiamo così colmato un gap oggettivo ed evidente nella trasmissione all’esterno ed alla cittadinanza, attraverso i media ai quali la comunicazione istituzionale è indirizzata, delle iniziative, delle attività e degli obiettivi dell’Amministrazione Comunale. – Non c’è pertanto alcuno scandalo né alcuna contraddizione in una decisione che risponde essenzialmente all’esigenza, promossa dal legislatore, di garantire maggiore trasparenza sul governo della cosa pubblica locale e, quindi, maggiore controllo da parte dell’opinione pubblica. A partire dall’utilizzo delle risorse economiche e dalla necessità di condividere, soprattutto in questo momento particolare per il Comune di Paola, con altrettante trasparenza e con grande senso di responsabilità, le obbligate scelte di risanamento finanziario dell’ente alla luce del disastroso stato debitorio nel quale quest’Amministrazione Comunale lo ha ereditato cinque anni fa e sul quale, anche attraverso la comunicazione istituzionale, si continuerà a fare luce ed a non nascondere nulla ai cittadini.

Basilio Ferrari

A stretto giro è giunta la replica del giornalista, che di seguito è pubblicata integralmente.

Ringrazio il Sindaco per l’attenzione prestata verso un tema così importante e tanto caro ai paolani, come quello delle spese “allegre” coi soldi del popolo, documentalmente e contabilmente dimostrate. Tuttavia, nella sua corposa replica mai è stata citata la parola “dissesto”, argomento principale dell’articolo giornalistico sull’analisi amministrativa contestata. Ferrari omette abilmente di scrivere che il Comune di Paola è, per sua stessa scelta, in dissesto economico e finanziario. E un Ente dissestato può dispensare incarichi esterni per servizi (peraltro onerosi) di cui si può fare a meno, soprattutto se ci sono famiglie che pagano 1.300 euro di Tari e 1.900 euro di Acqua? Quello di Paola, poi, sarebbe – sono queste le parole del Sindaco Ferrari – “un Comune che non è in condizioni nemmeno di comprare una lampadina”, ma anche “una macchina che produce debiti quotidianamente”. Quindi, si chiede nuovamente: un comune in queste condizioni può spendere oltre 20 mila euro per un anno di comunicazione istituzionale e 17 mila euro all’anno per la web tv? Può elargire 48.421,80 euro ai Tiromancino (gestito da Montesanto), 30.000 euro per le cassette di raccolta delle deiezioni canine e, dopo avere abilmente e strategicamente smantellato l’ufficio legale, 43 mila euro di parcelle in un solo mese? Non ci sembra che Ferrari abbia risposto ad una sola di queste domande, limitandosi però a tenere una lezioncina sugli uffici stampa e omettendo di dire, anche in questo caso, che il Comune di Paola non ha costituito alcun “ufficio stampa”, in ossequio alla sbandierata legge 150, siglando solo un contratto di servizio con una ditta definita “specializzata”, ossia la “Lenin Montesanto s.a.s.”, amministrata però da un pubblicista (e non da un professionista) e nemmeno iscritta al registro operatori della comunicazione. Ed infine il sindaco ci lascerà passare una chicca: nella delibera d’incarico n°83 del 15.06.2016 si legge che “la società ha esperienza ventennale”, ma è nata costituita solo il 2 dicembre del 2008 (otto anni fa) ed ha iniziato l’attività il 4/11/2011 (solo tre anni fa) come da visura camerale codice F6GHRK, ma questo sarà oggetto di separata inchiesta.

Guido Scarpino

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