fabio pavone

Paola – Al processo “Pavone + 6” la Provincia di Cosenza è “parte civile”

«Considerato che le ragioni a sostegno della costituzione dell’impegno riguardano più il merito e la prova d’esame, che la sua prospettazione, ritengo che il tribunale possa ammettere la costituzione di parte civile da parte della Provincia di Cosenza».

Su questo assunto, pronunciato prima di dare la parola al pubblico ministero, il collegio giudicante del processo calendarizzato come “Pavone+6”, ha rigettato l’opposizione che l’avvocato Giuseppe Bruno (legale di uno degli imputati) aveva manifestato riguardo la possibilità di non avere come controparte l’ente sovracomunale oggigiorno amministrato dall’avvocato Graziano Di Natale, presidente facente funzioni in procinto ci passare il testimone all’eletto che verrà fuori dalla competizione del prossimo 29 Gennaio.

Per quanto concerne il processo vero e proprio, dalla seconda udienza a carico di persone tra le quali figura l’attuale reggente dell’ufficio tecnico comunale, ingegner Fabio Pavone, è emerso il percorso che l’iter giudiziario seguirà.

Dopo il recente accoglimento, il prossimo appuntamento che terrà impegnata l’aula nella discussione della vicenda che parte da accuse tra le quali spicca l’associazione finalizzata alla commissione di reati come l’abuso d’ufficio e il falso, è stato fissato per il prossimo 22 Febbraio, data nella quale verranno ascoltali due testi.

Nella fattispecie si tratterà di sentire ciò che hanno da dire il maresciallo ordinario Rampino ed il vicebrigadiere Casciana, entrambi convocati su richiesta della pubblica accusa che, nella strategia processuale da condurre, ha previsto la citazione dei testimoni con successiva riserva di produzione documentale ed, infine, l’interrogatorio vero e proprio di coloro cui sono ascritti i capi sui quali si basa il processo.

Per vedere quindi gli imputati alla sbarra sarà necessario attendere perlomeno la primavera, in quanto le udienze che seguiranno alla prossima, saranno quella dell’otto marzo (in cui verranno ascoltati altri cinque testimoni) e la successiva del 5 Aprile. Il collegio difensivo ha quasi totalmente concordato sulla possibilità di un controesame dei testi indicati dal Pm (compresi i consulenti tecnici) e dai singoli legali degli imputati, quindi sulla produzione documentale e sul successivo esame dei rinviati a giudizio.

Un processo scaturito da un avviso di conclusione indagini di ben tredici pagine, basato su riscontri da cui è emerso il coinvolgimento a vario titolo di persone che, a parere della Procura, «in concorso tra loro e con più azioni esecutive di un’unica risoluzione criminosa” che redigevano “attestando falsamente sia su certificati che su atti pubblici e falsificando stralci catastali e aerofotogrammetrie».

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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