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Paola – Figli e figliastri delle giacche a vento: 8 vigili “coperti” e 4 “all’aria”

La vicenda delle giacche a vento di cui a breve saranno dotati i vigili urbani di Paola, oltre a suscitare l’interesse della cittadinanza, continua a registrare colpi di scena a tratti grotteschi.

Malgrado l’ingente somma che sarà investita per acquistare dodici capi d’abbigliamento, cinquemila euro che – valutate le stime del mercato – paiono essere compatibili alla dotazione necessaria, ciò che ha sollevato nuovamente l’interesse della cronaca è il fatto secondo cui, di quei dodici indumenti, solo otto dovrebbero avere le caratteristiche compatibili all’esborso, mentre altre quattro dovrebbero essere di fattura diversa.

Questo perché, a quanto pare, dalle parti del comando s’è inteso operare una distinzione tra gli operatori “di ruolo” e i precari.

Fatte le dovute proporzioni pare proprio che per gli otto agenti contrattualizzati secondo la procedura “ideale”, i rigori invernali saranno affrontati in maniera più confortevole rispetto agli altri colleghi che – già condizionati da un trattamento meno rassicurante – saranno costretti ad indossare giacche a vento di un modello diverso.

Questo, secondo alcune indiscrezioni, dovrebbe essere stato individuato come un sistema funzionale a far capire chi, a Paola, veste la divisa secondo un crisma più “familiare” e chi, suo malgrado, è soggetto ad un regime contrattuale di natura diversa.

Poi, sempre seguendo la traccia economica investita, pare proprio che cinquemila euro non sia una cifra bastevole per acquistare la giacca “modello Lombardia” per tutto il personale impiegato in strada, questione che avrebbe imposto una cernita dei capi da selezionare e – quindi – una successiva suddivisione in base al ruolo.

Allo stato attuale, se le indiscrezioni trovassero conferma, a Paola ci saranno otto “fortunati” che potranno svolgere il proprio mestiere secondo crismi funzionali alla tutela della salute (in primis) e della professione, mentre altri quattro “sfigati” potrebbero essere esposti a tutt’altro regime.

Una situazione che, stanti così le cose, rivelerebbe tratti paradossali di disparità di trattamento, tutt’altro che compatibili all’immagine che la città intende dare di sé. Se “anche questa è Paola”, di motivi per stare allegri e fiduciosi nell’equanimità di trattamento, rischiano di essercene ben pochi.

Fortunatamente, da quel poco che è trapelato, pare proprio che la dignità di coloro che dovrebbero vestirsi di abiti diversi rispetto ai colleghi più “quotati”, è tale che, almeno in prima istanza, sia stato opposto un netto rifiuto a questo tipo di trattamento. Pertanto è altamente probabile che quelle quattro “giacchette” diverse, resteranno chiuse in un cassetto a rappresentare il simbolo di una disparità intollerabile.

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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