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Paola – I parcheggi appaiati al rilevato ferroviario? “Sciocchezze” waterfront

La consegna dell’incartamento relativo al progetto per l’ammodernamento del lungomare cittadino, ha messo finalmente la minoranza in condizione di poter valutare – e rendere pubblico – l’impatto che il nuovo waterfront avrà sull’urbanistica cittadina.

Spulciando i vari fogli sui quali è stato impresso il disegno (in scala 1 a 500) che ha incontrato il placet dell’amministrazione Ferrari, ciò che è balzato immediatamente all’occhio sono stati i parcheggi posizionati alla destra del rondò, quelli che dovrebbero sorgere laddove la squadra di operai ha effettuato la prima escavazione con asportazione del lastricato del marciapiede.

Tenendo presente il rapporto della scala utilizzata, è bastato apporre un righello per misurare il centimetro che nella realtà corrisponde ai cinque metri che – secondo normativa – vengono riservati ai posteggi macchina.

Ebbene, considerando l’asportazione del tratto pedonale, e restando intatta la linea della strada (che si evince osservando il bordo dei ponti disegnati a lato della carreggiata), l’unica ipotesi rimasta plausibile riguarda la possibilità di penetrare nel rilevato ferroviario.

Qualora questa fosse la chiave di lettura più appropriata, emergerebbe uno scenario abbastanza nebuloso, perché – spulciando le normative in merito – è spuntato fuori un Decreto del Presidente della Repubblica datato 11 luglio 1980 (il n. 753) il quale recita testualmente che «lungo i tracciati delle linee ferroviarie è vietato costruire, ricostruire o ampliare edifici o manufatti ad una distanza minore di trenta metri dal limite della zona di occupazione della più vicina rotaia».

Ebbene, un parcheggio che entra quasi per tre metri nel rilevato ferroviario, sebbene ammantato della dicitura “manutenzione straordinaria” (quindi passibile dello status che non richiede autorizzazioni) è comunque un manufatto che andrebbe segnalato alle Ferrovie dello Stato.

Ciononostante, alla conferenza dei servizi presieduta dall’ingegner Pavone, questo ente non è stato nemmeno invitato.

Scorrendo i fogli che si susseguono fino a giungere al punto estremo opposto, ovvero la rotonda “lato San Lucido”, oltre il corrimano che delimita la carreggiata sono evidenziati altri parcheggi, su di un’area che da Prg è contraddistinta dalla colorazione arancione la quale – secondo la legenda a corredo – rappresenta il rischio di esondazione del fiume e, addirittura, la circoscrizione riservata all’eventuale porto.

Analizzando tutti gli incartamenti redatti ai tempi in cui era stato approvato un altro progetto – che comunque prevedeva la pista ciclabile e verde pubblico – è parsa chiara la lunghezza della lista contenente gli enti invitati alle varie conferenze di servizi organizzate per approvare qualsivoglia modifica, istituzioni che prevedevano addirittura il coinvolgimento del Genio Civile Opere Marittime e ogni autorità coinvolta negli spazi da modificare.

Oggi invece, a quanto pare, bastano semplicemente la soprintendenza e la Provincia

Ovviamente questi sono solo dei dubbi, sciocchezze da “bassa cultura”, perché dinnanzi al progresso è da fessi porsi domande. Si rischia di passare come quelli che erano contrari all’avvento del treno perché superati i 100 km/h il corpo umano sarebbe esploso.

Questioni di “lana caprina” per farla breve. Ci scusiamo con i lettori.

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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