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Paola – Tra le anime della sinistra oltranzista sono ormai “botte da orbi”

Chissà a chi, o a cosa, alludevano i dimissionari referenti di Rifondazione Comunista quando, qualche giorno fa, invocavano una scelta verso «un poco di sinistra vera e non incolore».

In molti se lo sono chiesto dopo la lettura di una nota, diramata allo scopo di smentire alcune ricostruzioni giornalistiche, nella quale era stato “ribadito” che «il Prc a Paola non parteciperà alle elezioni comunali perché ritiene l’agone politico locale e il “contesto ambientale” in generale, assolutamente impraticabile, privo di reali garanzie democratiche e di progetti che sappiano guardare oltre, connotandosi anche politicamente e non solo in maniera vaga e contraddittoria, lo scenario è inoltre, pesantemente ipotecato dai molteplici poteri forti che imperversano in città».

Una sorta di “se non puoi batterli, alleati con loro”, che la stampa aveva pertanto ricostruito con tanto di anticipazioni nominali.

Ma all’atto di ribadire la propria determinazione, il partito della Rifondazione Comunista paolana ha anche specificato che si sarebbe preservato «la possibilità di organizzare manifestazioni pubbliche nel periodo elettorale, anche senza essere presente alla competizione di giugno». Opera che, con Emanuele Carnevale ormai nella lista dei commercianti, pare quanto mai improbabile, a meno che qualche ex compagno del dimissionato segretario non voglia far sventolare la falce e martello da una parte che potrebbe essere avversaria.

E questo pare sia già in atto, con gli attivisti di Cambia Paola che, dalla dichiarazione comiziale con cui Roberto Perrotta ha investito «Emilio (Emanuele, ndr) Carnevale» del ruolo di supporter, sono partiti all’attacco degli ex compagni.

Dopo le battute al vetriolo dei giorni scorsi, per i sostenitori della candidatura a sindaco di Enzo Limardi, è arrivato il momento di replicare formalmente, attraverso le parole del segretario provinciale di Prc.

«Di ritorno dal Congresso nazionale – ha scritto Francesco Saccomanno – apprendo delle dimissioni del segretario e del direttivo del circolo di Paola. Ho già attivato, in accordo con il compagno Saverio Bianco, presidente del Collegio di Garanzia, le procedure contenute nel nostro Statuto che, in questi casi, prevede il commissariamento del circolo stesso. E questo prima ed aldilà della irremovibilità sulla linea politica del Partito, democraticamente votata nei nostri congressi (da quello di Paola a quelli di Federazione e Nazionale). Tale linea, come noto, esclude tassativamente la possibilità che Rifondazione comunista si candidi alle elezioni amministrative in coalizioni di centrosinistra ed in alleanze con il Partito Democratico, soprattutto se caratterizzate dal trasformismo e da logiche clientelari».

Laddove il segretario provinciale indica l’impossibilità di relazionarsi al Pd e a coalizioni trasversali, gli ormai ex riferimenti paolani avevano tentato di apporre una toppa, dichiarando che il voto dei propri iscritti – nonostante l’assenza di una lista con falce e martello – sarebbe dovuto dipendere dall’orientamento scelto «liberamente e secondo coscienza».

Soluzione tampone inutile, perché tanto Marta Perrotta quanto Edoardo Stefano, punti più profondi della spirale in girotondo che connota il simbolo di Cambia Paola, hanno continuato ad incalzare gli ex compagni proprio su questo punto, con una presa di distanze tale da rendere palese il grado di antagonismo con cui le parti entreranno in conflitto durante la campagna elettorale.

Dopo la condivisione delle parole del segretario provinciale di Rifondazione Comunista, i dissidenti di una linea che affonda nel crepuscolo dell’era Cortese, hanno commentato: «Ecco la prova che i membri del Prc che hanno deciso di supportare la coalizione di Roberto Perrotta hanno agito in modo personalistico e trasformista. Dopo la pubblica sconfessione da parte della Federazione Provinciale, dubitiamo che i simpatizzanti locali vorranno premiarli. Siamo invece certi che i tanti compagni paolani in buona fede vorranno sostenere l’unico raggruppamento di sinistra, ossia quello guidato da Enzo Limardi, che può contare sul sostegno degli unici movimenti che in questi anni si sono battuti contro l’inquinamento ambientale e del mare, contro la non potabilità dell’acqua, contro l’inefficienza dei servizi, contro la mancanza di legalità e trasparenza e contro l’iniquità dei tributi».

Parole che lasciano presagire un clima infuocato nel dopo elezioni, periodo nel quale – sempre secondo la versione della rifondazione paolana – dovrebbe partire una riorganizzazione.

A quel tempo, incamerati i risultati delle urne, non è detto che le parti coinvolte in questa diatriba non possano trovarsi anche in una parità istituzionale, magari a quel tempo si scontreranno due consiglieri comunali eletti. O no?

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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