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Paola – Giorno “di fuoco” per la città. Morsa delle fiamme su mare e monti

Un crepitio frustrante, per l’intera giornata ancora in corso, ha fatto da sottofondo alla vita urbana di Paola “alta”.

Perché proprio attorno al Santuario, lungo le colline che lo custodiscono, s’è assistito all’inesorabile avanzamento di un fuoco esteso per gran parte dei crinali meridionali.

Un’immagine che sconvolge costantemente lo sfondo orientale della città, soprattutto al tempo della bella stagione.

L’estate è ormai alle porte e, come ogni anno, le colline che rendono Paola una meraviglia del mondo, dove in un battito di ciglia si può vivere l’escursione altimetrica che va dal livello del mare a quello di una catena montuosa, vengono deturpate.

Il rogo delle fiamme, la carbonizzazione della vegetazione, l’arsura della cenere che – per quanto sia un utile concime, rende irriconoscibile la terra – diventa un’imbottitura sotto la suola delle scarpe, nascondendo i sentieri e trasformando la montagna in un paesaggio spettrale. Per non parlare dell’odore acre del bruciato, vero e proprio deterrente contro il turismo, già scoraggiato per la visione di un insieme sfregiato per mano dolosa.

Ogni anno Paola vede sfumare varie chiazze di verde, sia esso costituito da vegetazione infestante o da boschi di querce, faggi, castagni, pini e abeti.

La rigogliosità dell’appennino, è un argomento che pare interessare meno rispetto alla limpidezza del mare, passa in primo piano solo quando sul pelo dell’acqua si osservano i Canadair che ricaricano il serbatoio da svuotare su qualche incendio.

I luoghi incastonati nella rarità della presenza Santa, a Paola vengono spesso scambiati per terra “di nessuno”.

Come fossero cumuli di materiale inerte, i monti che sovrintendono alla sicurezza climatica della marina, appaiono macchiati come i polmoni di una persona affetta da tubercolosi. Quel nero scuro che poi, dopo stagionali sfumature di marrone, torna ad abbozzare un verde puntualmente ricancellato dalle fiamme.

Molte sono le cicatrici stratificate sul medesimo punto, quasi a connotare una certa serialità che potrebbe svelare gli interessi – qualora ce ne fossero – della mano piromane.

Il fuoco, elemento ardente tra i quattro più noti, è stato più volte metro di paragone per la Santità francescana dell’Eremita paolano. Con lui ha dovuto misurarsi, riuscendo a renderlo mansueto, il cittadino più illustre della Città, quella Paola che nella giornata di oggi ha sentito su più parti della propria pelle, il dolore per il passaggio di lingue caustiche.

Fortunatamente per le vittime d’incendio (flora e fauna comprese), il corpo dei Vigili del Fuoco, insieme a quello congiunto di Carabinieri e Forestale, rappresentano ottimi deterrenti all’espansione della minaccia, con interventi sempre più efficaci e tempestivi. Ma solo a fenomeno in corso, perché la prevenzione – a quanto pare – è un ambito ancora non del tutto sviluppato dalle nostre parti.

Ovviamente non si tratta soltanto del piano repressivo inerente l’aspetto criminale del fenomeno, piuttosto è un problema educativo quello che bisogna affrontare.

Perché durerà fin quando ci saranno cittadini che considerano tollerabile la forma intimidatoria espressa con le fiamme, siano esse appiccate per marcare un territorio di pascolo o per affermare il predominio su una zona d’interesse.

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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