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Paola – Cosmo De Matteis, migranti e fraintendimenti

A migliaia muoiono nei deserti, a centinaia nel mare, altrettanti nelle prigioni libiche, nei campi di concentramento turchi, o peggio sotto i ferri di quelle organizzazioni che praticano l’espianto di organi.

Sono bambini, donne, uomini, che sperano di poter sopravvivere in un occidente ormai incapace di  comprensione o di accoglienza.

Abbiamo sfruttato multinazionali e Stati, per decenni l’Africa e l’Asia, ed oggi la desertificazione, le guerre, la fame, spingono milioni di persone a rischiare la propria vita, per abbandonare quei Paesi.

In tempi non sospetti, sul Marsili ed alcune testate mediche, scrissi che esisteva una chiara  volontà politico-criminale, che al di là delle solite vuote parole di commiserazione, dopo i tanti naufragi, era non solo connivente, ma favorevole a questo lucroso affare, di accoglienza degli immigrati.

Lo scandalo del Cara di Mineo o Di Isola Capo Rizzuto, sono stati evidenziati e sono ben noti i lauti guadagni, di tutti coloro che riescono ad essere inseriti, a qualsiasi titolo nell’accoglienza di questi disperati.

Un affare lucroso, maggiore del traffico di cocaina, maggiore del traffico dei rifiuti.

Un mercato dei nuovi schiavi, che da ospiti temporanei diventano manodopera, sottopagata, per raccogliere le nostre cipolle rosse, le arance, pulire stalle o terreni.

Che dire poi della prostituzione di ragazzine o ragazzi, sotto i nostri occhi, personalmente comprendo che dieci euro per chi faceva la fame, sono soldi necessari.

Giustamente non hanno alcuna remora, nulla hanno da perdere, quindi sono disponibili a tutto.

Ecco in poche righe il calcolo fatto dal collega Pititto, con il quale da anni, unitamente ad altri volontari, cerchiamo di aiutare nella loro patria, questi sventurati.

La cooperativa riceve, senza obbligo di rendicontazione delle spese sostenute, 35 euro. Di questi 2,5 vanno al migrante per le piccole spese, il resto ovvero 32,5 Euro, serve a coprire tutte le spese, compreso il personale.

Supponiamo alloggi e pasti dignitosi e un adeguato numero di operatori in assistenza, se il ricavo di impresa è del 20% (onesto ricavo di una qualsiasi attività lucrativa) e i migranti per esempio 300, per ognuno di loro c’è un guadagno di 6,5 Euro, che per 300 fa 1950 Euro.

In un giorno!

Ovvero 711.750 Euro all’anno.

Direte che esagero e che il 20% è troppo e che se pure ho 300 posti non sempre sono pieni. Va bene, dimezziamo al 10, ma posti vuoti non ce ne sono, anzi le strutture sono sovraffollate per carenza della disponibilità delle stesse.

Naturalmente queste cifre vanno riviste al ribasso o al rialzo in relazione al numero dei migranti.

Ma ormai “l’affaire”, tende a concentrarsi nelle mani di pochi che gestiscono più strutture, con ottimizzazione dei costi e delle risorse umane.

Davvero pensate che ci sia interesse a ridurre questo business?

Da tutto ciò un ulteriore sfruttamento, sulla pelle di tanti giovani italiani, che sottopagati, lavorano in queste strutture spesso senza i titoli richiesti.

Come al solito dopo il gran polverone mediatico, tutto riprenderà come prima, in quanto i soldi non hanno colore, nero o bianco non importa.

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