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Paola – Basilio Ferrari tenta di “scaldare gli animi” sulla pista ciclopedonale

Come si possa richiedere l’indignazione popolare per un presunto “sfregio” perpetrato ai danni di un’opera sulla quale tuttora aleggiano forti dubbi, è un mistero che soltanto l’autore del sollecito potrà svelare.

Perché sarà pur vero che Paola è stata dotata di una “costruenda” pista ciclopedonale, sarà anche passabile l’idea secondo cui quel tracciato possa costituire una sottile linea rossa in continuità con la passata amministrazione, ma è doveroso partire da alcuni “dati di fatto”.

In primis bisogna considerare che quella leccata di vernice rossa sull’asfalto non è assolutamente paragonabile ai progetti presentati in pompa magna, e con una certa indolenza, nel corso di una conferenza dove le domande della stampa sono state eluse con disarmante superficialità.

Secondariamente è opportuno tenere a mente che la tanto ostentata infrastruttura ancora è priva del collaudo funzionale alla sua messa in opera, mentre è innegabile constatarne la pericolosità, tanto per coloro che la percorrono (c’è già stato un incidente che ha visto coinvolto un ciclista ed un automobilista), quanto per i guidatori che transitano di fianco (penalizzati dalla mancanza di spazi di manovra e parcheggi funzionali a lasciare la vettura).

Infine, e questo forse è il dettaglio più eclatante, perché il lavoro compiuto dalla ditta non risulta neanche pagato (mentre i progettisti, categoria in cui rientrano l’ingegner Fabio Pavone e l’architetta Angela Maria Marcelli, hanno già usufruito dei propri, meritati, compensi).

In questo contesto, l’organizzazione di un evento fieristico sulla porzione sud del lungomare, è divenuta il pretesto affinché l’ex sindaco – oggi esponente della minoranza consiliare – Basilio Ferrari, fomentasse un po’ gli animi dei cittadini paolani, nel tentativo di contrapporli all’attuale amministrazione comunale e, forse, agli espositori che con le loro bancarelle hanno ravvivato una zona generalmente priva di attrattive turistiche.

Il motivo dello scandalo risiederebbe, a parere dell’esponente uscito sconfitto dalle urne, nel parcheggio degli automezzi sulla pitturazione impermeabile con cui è stata arrossata la colata di catrame posata in occasione della scorsa fiera del 4 maggio (un evento che come ogni anno si ripeterà e, probabilmente, ripresenterà la medesima situazione).

Nella speranza di solleticare i bassi istinti dei suoi concittadini, Basilio Ferrari ha scritto: «Indignatevi perché naturalmente tutto questo non e’ uno sfregio a me, indignatevi perché posizionare furgoni e bancarelle su di una pista ciclabile non e’ nemmeno soltanto uno sfregio alla Città, indignatevi perché tutto questo denota disprezzo delle regole, del bello, della voglia di progredire e di migliorare. Sognavo una Città diversa».

Una presa di posizione cui hanno fatto seguito una sfilza di commenti, tra i quali anche quelli di personaggi pubblici come l’ex consigliere Francesco Serpa, il quale – senza mezzi termini – ha parlato di «tamarri», sulla falsariga del componente del Cda della società che non ha mai costruito il porto, l’avvocato Emilio Perfetti che ha scritto: «cialtroni».

Mentre tra le condivisioni dell’invettiva si registrano Lenin Montesanto (della ditta che si occupò dell’allestimento, da 50mila euro, dello scorso Ferragosto e curatore – a 8mila e 400 euro l’anno – dell’immagine mediatica dell’esecutivo Ferrari) e Luca Mannarino, fratello dell’ex assessore alle finanze, Giovanni (Stefano), ed ex referente di Fincalabra, il quale ha commentato la sortita di Ferrari con questa espressione: «Oltre l’abito e’ questo il vero volto del falso monaco».

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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