roberto perrotta

Paola – Oggi altro incidente su waterfront: piovono richieste di risarcimento

Stante la tabella di marcia programmata dall’ex amministrazione, i lavori di ammodernamento del lungomare sarebbero dovuti finire il 21 luglio.

A distanza di un mese, della mirabolante infrastruttura immaginata dall’ingegner Fabio Pavone non si vede traccia, e quel poco che è stato frettolosamente inaugurato non ricalca affatto i prospetti presentati alla cittadinanza.

L’opera si presenta non solo incompleta ma anche pericolosa, al punto da essere già stata teatro di diversi incidenti (l’ennesimo stamattina, pochi minuti fa, che ha coinvolto un’auto e un quad con una Fiat che per poco non ha investito un pedone dinnanzi ad uno stabilimento balneare).

Per questa ragione, presso la sede municipale sono già pervenute una decina di richieste risarcitorie, per danni subiti da persone e cose su un tracciato “aperto” benché ancora privo di collaudo.

Preoccupata per l’andamento della situazione, destinata ad aggravarsi con l’incremento del flusso turistico agostano, l’architetta Angela Maria Marcelli (direttrice dei lavori) ha sollecitato la chiusura dell’area ancora in fase di cantiere, informando la ditta Scutieri di Catanzaro (appaltatrice dell’opera) e il responsabile unico del procedimento (Rup) per conto del comune, ingegner Fabio Pavone.

Nell’arco di tre giorni (dal 1 al 3 agosto) i due tecnici hanno quindi gettato le basi affinché si addivenisse alla situazione che ha preso corpo tre giorni fa, quando gli operai della Scutieri hanno allestito una recinzione su tutta la parte di lungomare non interessata dalla “presunta” inaugurazione dell’ex sindaco Ferrari.

Il lavoro posto in essere, ineccepibile sul piano del rispetto regolamentare, ha però fatto storcere il naso ai “soliti” detrattori da tastiera, per la maggior parte ex amministratori goffamente celati dietro pagine web camuffate da vetrine di notizie “alternative”, i quali hanno iniziato a far spirare il venticello della calunnia contro i loro successori.

In realtà l’attuale amministrazione comunale – nella persona del sindaco – ha approcciato la vicenda con lo scopo di rendere più accettabile quella recinzione, chiedendo all’architetta responsabile dei lavori, di lasciare almeno “aperto” il corridoio sotto al quale scorre il tracciato della pista ciclopedonale (operazione prontamente accordata già da ieri).

Ma la mediazione degli inquilini del S. Agostino è limitata a richieste, perché tutto ciò che è stato fatto è di pertinenza della direzione dei lavori, quindi dell’architetta Marcelli e dell’ingegner Pavone.

Entrambi questi tecnici, candidati in tempi diversi per il centrodestra “ferrariano”, sarebbero rimasti spiazzati dal mancato mantenimento degli impegni presi dagli ex amministratori che, pur consapevoli della mancanza di copertura finanziaria, hanno autorizzato l’opera sulla quale, proprio l’ex responsabile Utc, a maggio si è visto bocciare dall’ufficio ragioneria una “disperata” variante (determina n.42 mai pubblicata), che incrementava i costi di oltre 50mila euro (a fronte dei 300mila iniziali).

I costi per la sicurezza del cantiere, non soggetti a ribasso d’asta, dovrebbero forse garantire la persistenza della recinzione fino all’ultimazione dei lavori (che ancora non si sa come pagare).

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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