Convivere al fianco di un controllore, un pedinatore, un aggressore, uno stalker, dev’essere stato un vero incubo per una donna giunta all’ospedale di Paola in condizioni che hanno imposto 18 giorni di prognosi.
Lui, un 46enne, e lei, un anno più giovane, sposati per due anni e separati.
Un destino matrimoniale scritto nelle violenze denunciate dalla donna e accolte dagli inquirenti che, dopo aver ricostruito il quadro completo della situazione, hanno ritenuto di dover rinviare a giudizio l’uomo, accusandolo di violenza sessuale, minacce e maltrattamenti.
«Anche da separati tu sarai sempre mia». Con questa “minaccia”, il 46enne avrebbe continuato a perseguitare l’ex moglie che – malgrado le segnalazioni all’autorità – avrebbe anche subito visite inopportune a casa, culminate in aggressioni e violenze sessuali.
Pugni al volto, calci, la testa sbattuta contro il bordo del letto.
Una violenza che la prognosi dei medici quantifica in una durata che supera di gran lunga quella dei danni “lievi”, ponendo la vittima nelle stesse condizioni di chi esce malconcio da un incidente stradale.