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Quando sono stati espletati, i lavori di rifacimento della scuola elementare di Sant’Agata, hanno assunto i connotati del valore aggiunto da presentare alla cittadinanza come merito dell’amministrazione comunale.
Sullo scranno decisionale del S. Agostino sedeva l’ex sindaco Basilio Ferrari, mentre a “reggere” le sorti dell’Utc c’era l’ingegner Fabio Pavone, il quale figura tra coloro che si sono visti erogare le spettanze per l’opera in questione.
Ebbene, a distanza di 8 mesi dalla liquidazione dei 101.100,31 euro funzionali a saldare i costi sostenuti (di cui 85.910 euro alla ditta Cerminara di Lamezia Terme, 10.737,73 euro all’architetta Angela Maria Marcelli, 1.449,91 euro all’architetto Daniele Mazzitelli, 2.703,27 euro dell’ing. Monica Bruno e 299,40 euro per l’ex candidato ferrariano, Fabio Pavone) la situazione registrata nell’edificio solleva forti dubbi sulla bontà dell’intervento compiuto.
Prendendo atto di evenienze quali l’infiltrazione di acqua piovana dal soffitto, si è reso necessario effettuare un sopralluogo sull’edificio.
Da una sommaria ricognizione, è risultato che i materiali utilizzati per allestire i lucernari non garantiscono uno standard accettabile di resistenza agli eventi atmosferici, perché realizzati in plastica semitrasparente (plexiglass?) incapace di assicurare l’impermeabilizzazione necessaria (soprattutto ad una scuola frequentata da bambini).
In poche parole, un raffazzonamento scadente, simile a quello della guaina catramata del tetto, irregolare e contraddistinta da crepature ramificate dalle quali l’acqua filtra per poi gocciolare negli ambienti sottostanti.
Stesso discorso per le bande metalliche usate per proteggere raccordi e cornicioni, già corrose e disunite come se avessero addosso più di vent’anni di servizio.
Una vera e propria disdetta, cui domani si aggiungerà quella documentata nell’edificio di Fosse del Rango.
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