aggressione perugia potere al popolo

Paolano accoltellato a Perugia: sindaco solidale con la famiglia Pasquino

Già balzata agli onori della cronaca nazionale, l’aggressione avvenuta a Perugia nei confronti del giovane attivista di sinistra intento ad attaccare i manifesti per il movimento “Potere al Popolo”, ha stordito la comunità paolana.

Perché vittima dell’accoltellamento “incappucciato” è stato il giovane Mario Pasquino, figlio dell’indimenticato Marcello – calciatore professionista, allenatore, professore e rappresentante verace della sinistra cittadina – e dell’ex assessore  (nella “prima” giunta Perrotta) Giovannella Cencetti.

Difficile al momento risalire agli aggressori, anche se paiono chiari sia il movente che la dinamica dell’azione condotta nei confronti del giovane Pasquino (e di suo cugino, anch’egli giunto al Pronto Soccorso con un trauma cranico), colpito alle spalle e ferito con quattro coltellate da un gruppo di persone col volto travisato da cappucci.

Fortunatamente i fendenti non hanno raggiunto punti vitali e dopo le prime cure entrambi i ragazzi sono stati dimessi.

Informato della notizia, il primo cittadino paolano – Roberto Perrotta – ha inteso esprimere la sua vicinanza alla famiglia Pasquino, raggiunta nell’immediatezza con una telefonata.

«Quanto accaduto – ha chiosato il sindaco della città del Santo – è un fatto inconciliabile con l’ordinamento democratico del nostro Paese. Attentare alla vita di una persona perché sta esprimendo liberamente il suo pensiero, è una pratica che la Storia europea ha dimesso da oltre mezzo secolo. La recrudescenza di questo tipo di violenza, ben diversa da quella che negli anni della guerra fredda ha contraddistinto i rapporti tra forze politiche contrapposte, è probabilmente il segnale che c’è qualcosa da cambiare, un vuoto da riempire soprattutto a livello programmatico. Mario Pasquino stava esercitando un diritto democratico, impegnandosi fisicamente nell’affissione dei manifesti del suo movimento (la lista di sinistra “Potere al Popolo”, ndr), una cosa normale in questo periodo di campagna elettorale, una cosa ovvia nell’ordinamento sancito dalla nostra costituzione. Ma forse a qualcuno la Repubblica Democratica non piace, perché probabilmente vive di nostalgia, rancore ed ignoranza. Al nostro giovane attivista, a suo cugino e alle rispettive famiglie dedico il mio augurio per una pronta guarigione, tributandogli simbolicamente la solidarietà dell’intera comunità paolana. Stesso augurio che rivolgo allo spirito democratico della nostra Italia, turbato da spinte sovversive inconcepibili e balorde che, ad ogni livello, minano l’identità di un popolo che dovrebbe scegliere serenamente i propri governanti. La speranza – ha concluso Roberto Perrotta – è che quanto accaduto non abbia più a ripetersi».

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