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Con l’ennesimo tentativo di furto ai danni di un centro commerciale, il novero dei colpi – provati o messi a segno – sul tirreno cosentino, inizia ad assumere un’inquietante entità.
Dopo le scorribande condotte con successo presso la struttura de “I Pini” (all’interno della quale ci sono attività – come ad esempio un bar tabacchi – che sono state messe in ginocchio più volte a distanza di tempi molto limitati), i malviventi hanno tentato di forzare anche le saracinesche dell’edificio “dirimpettaio” de “Le Muse”, all’interno del quale insistono tantissime attività commerciali.
Questa volta però, per cause che gli inquirenti saranno presto in grado di chiarire, qualcosa è andato storto ed il colpo è finito con un nulla di fatto.
Tuttavia appare molto allarmante la serialità con cui, in maniera quasi “scientifica”, diversi poli d’attrazione dello shopping litoraneo sono stati presi di mira e quasi letteralmente “spogliati” dei materiali custoditi all’interno.
Secondo alcune indiscrezioni, la pista su cui starebbero lavorando le autorità, verte sulla possibilità di un ramificato gruppo di persone (presumibilmente dodici), che coordinandosi tra loro darebbero vita a veri e propri raid basati sull’azione di gruppetti da tre, in cui – a parte i due elementi impegnati nello scasso e nell’arraffo – almeno uno fungerebbe da palo.
Difficile per le Forze dell’Ordine riuscire ad imprimere una svolta alle indagini, perché la banda agirebbe secondo uno schema micidiale, vale a dire utilizzando vetture rubate quasi contestualmente alle azioni predatorie messe a segno anche in più esercizi commerciali contemporaneamente (sempre grazie all’affiatamento degli uomini del team che, presumibilmente divisi in tre “gruppetti”, farebbero scattare all’unisono allarmi diversi e distanti tra loro).
A farne le spese sono soprattutto i privati presi di mira, come il “Carrefour” di Fuscaldo (letteralmente devastato), la “Despar” di Paola (dove di recente sono stati “prelevati” telefonini e tablet) e persino un’anziana di San Lucido.
