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Paola – I recenti “avvisi urgenti” di espropriazione sono “residuo” di Ferrari?

Divenuti argomento di interesse generale, gli “avvisi urgenti” recentemente recapitati a molte famiglie paolane, andrebbero letti alla luce di alcune evidenti constatazioni.

Ferma restando la disponibilità dell’attuale amministrazione comunale, che nella persona del vicesindaco Antonio Cassano ha già provveduto a diradare le ombre che qualche fazione della politica, rimasta esclusa dai seggi consiliari, ha strumentalmente tentato di allungare sulla maggioranza di governo cittadino, bisogna partire dall’assunto che “trattasi di notifiche inoltrate per recuperare i crediti maturati in annualità antecedenti finanche alla dichiarazione di dissesto”.

Le missive arrivate in questi giorni, potrebbero aver tratto origine dalla deliberazione di giunta 111 del 8 ottobre 2014, nella quale – la giunta presieduta da Basilio Ferrari – diede il via libera alla «Sperimentazione Servizio di Riscossione mediante ingiunzione fiscale» (CLICCA E SCARICA).

Partendo da premesse secondo cui il Comune di Paola si trovava nelle urgenze di «notificare gli avvisi di accertamento per l’ICI anno 2009 e i solleciti di pagamento per il ruolo idrico 2009», di «provvedere alla riscossione coattiva del ruolo idrico per gli anni 2007 e 2008» e che, per “esigenze di cassa”, aveva bisogno di «provvedere alla riscossione dell’Imu 2012 e 2013»; i precedenti gestori del Sant’Agostino hanno dato mandato al «T.P.O. Area Finanziaria di definire tutti gli atti, economici ed amministrativi, necessari per l’attivazione […] il servizio di riscossione coattiva, a mezzo ingiunzione di pagamento, delle entrate non riscosse».

Orbene, che i famigerati “avvisi urgenti” degli ultimi giorni, possano riguardare questo genere di iniziativa, sembrerebbe confermarlo anche una determinazione dirigenziale redatta nella stessa giornata in cui l’ex giunta Ferrari (nella quale figurava anche un elemento di quella compagine extraconsiliare che oggigiorno allibisce a mezzo stampa, ndr) deliberava la sperimentazione del servizio.

Era infatti sempre l’8 ottobre 2014 quando, a firma dell’ex segretario Nicola Falcone, veniva autorizzata la «Procedura negoziata senza previa pubblicazione di Bando con Poste Tributi S.c.p.a. per la sperimentazione del servizio di supporto alla riscossione coattiva dei crediti del Comune di Paola mediante ingiunzione di pagamento».

Una prassi che, probabilmente, costituisce la matrice degli avvisi, non di pertinenza della Commissione Straordinaria di Liquidazione (alcuni dei quali benché “poco chiari”, comunque “legali”) arrivati ai paolani ultimamente.

Un metodo con cui, l’allora responsabile del settore finanziario,  aveva “presunto” di recuperare 1,3 milioni di euro, cifra che a tutt’oggi costituisce un rovello per l’amministrazione Perrotta, perché si sta tentando ancora di capire come e quando sarebbe stata incassata (a meno che non si tratti di un mero aggiustamento contabile per “tappare” qualche buco di bilancio).

Per quanto concerne l’attuale amministrazione, con la delibera n. 121 del 19.09.2017 «si é dato atto di affidare alla Società Poste e Tributi Spa […] la riscossione coattiva dei tributi comunali […] mediante notifica», cui conseguirà la notifica della posizione tributaria dei contribuenti fossero debitori verso l’ente di somme «fino a mille euro, salvo il caso in cui l’ente creditore abbia notificato al debitore la comunicazione di inidoneità della documentazione ai sensi del comma 539, non si procede alle azioni cautelari ed esecutive prima del decorso di centoventi giorni dall’invio, mediante posta ordinaria, di una comunicazione contenente il dettaglio delle iscrizioni a ruolo».

Essendo in corso la notifica di queste ultime comunicazioni, eventuali altri avvisi, in conseguenza di essi, potrebbero essere perciò recapitati solo tra circa 120 giorni.

Quelli che stanno arrivando ultimamente, lo si ribadisce, non sono avvisi imputabili all’amministrazione Perrotta.

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