artemisia gentileschi

Paola: Esempio di Resistenza, scampata a femminicidio ospite di Artemisia

Nota diramata dall’Associazione “Artemisia Gentileschi”, organizzatrice dell’appuntamento

Grande partecipazione di pubblico all’incontro “La Mia Resistenza: intervista a Lidia Vivoli” organizzato dalla Associazione antiviolenza “Artemisia Gentileschi” nell’ambito del ciclo di incontri informativi denominato “Artemisia Racconta” e patrocinato dal Comune di Paola (tenutosi a Largo 7 Canali lo scorso 25 Aprile, nella suggestiva location accanto al Centro Laboratoriale “A. Eboli”, contesto che ha visto anche l’allestimento scenografico predisposto dall’artista Rossella Iorio, ndr).

Lidia Vivoli è una donna palermitana che ha avuto il coraggio di resistere a un tentato femminicidio e che oggi porta la sua testimonianza ovunque, ammonendo le donne sui pericoli che si corrono nel sottovalutare i primi segnali di violenza.

L’incontro è stato condotto da Alessandro Pagliaro, il quale ha sottolineato l’attualità del valore della Resistenza soprattutto con riferimento alla storia di Lidia.

E’ intervenuto il Commissario della Polizia di Stato di Paola, Domenico Lanzaro, il quale si è detto testimone dell’attività quotidiana della Associazione antiviolenza Artemisia Gentileschi in favore e a tutela delle donne vittime di violenza.

L’incontro è stato introdotto da Luciana Perfetti, socia di Artemisia, e ha visto la presenza del Sindaco di Paola (Roberto Perrotta, ndr) e del Vicesindaco (Antonio, “Tonino”, ndr) Cassano.

L’Associazione Artemisia Gentileschi, in questa occasione, si è resa promotrice di un appello all’unità di tutte le forze politiche sul tema dell’antiviolenza, invitando tutti i partiti e i movimenti politici a presenziare all’incontro e ad instaurare un dialogo costante in vista di una azione istituzionale univoca, già avviata grazie alla sensibilità dell’Assessore Saragò.

Lidia Vivoli ha confermato la disponibilità a collaborare a lungo termine con l’Associazione Artemisia per sensibilizzare le donne sul tema della prevenzione della violenza.

TESTO INTERVENTO PRESIDENTE ASSOCIAZIONE ARTEMISIA GENTILESCHI – AVV. ROSANGELA CASSANO

“Lidia Vivoli è una donna del Sud. E’ una donna che al Sud non soltanto ci è nata, ma ci è rimasta. Perché rimanere è una scelta, una scelta di Resistenza. E la Resistenza, credetemi, parlando con Lidia la si percepisce come reale. Questo è un dettaglio importante, oggi. Perché a questa giornata noi abbiamo voluto dare un senso particolare, quasi tattile. Abbiamo voluto dimostrare che la Resistenza è un atto di coraggio quotidiano. Soprattutto al Sud, in quel Sud che tanti invocano, ma pochi conoscono davvero. Lidia mi ha raccontato che, per una serie di coincidenze, conosceva i Giudici Falcone e Borsellino, e poi – con un salto logico significativo – mi ha detto “per questo, se proprio deve ammazzarmi, lo guarderò negli occhi. Gli farò vedere io come muore una donna”. Questa è Resistenza. Lidia avrebbe potuto scappare, trasferirsi al Nord come tanti fanno, e invece è rimasta nella sua Palermo, e lì ha generato due figli. Nonostante tutto. E’ proprio quel “nonostante tutto” che segna il confine tra le chiacchiere e il coraggio. Il coraggio di Resistere. La violenza contro le donne è un fenomeno strutturale e, ancor prima, culturale. E’ il parto naturale di una Magna Graecia che le segregava nel gineceo o di una Res Publica Romana che accentrava nel paterfamilias ogni facoltà e ogni diritto, persino quello di esporre i neonati, di esercitare su di loro lo ius vitae ac necis. A differenza della violenza delle donne (che esiste e agisce, e affermare il contrario sarebbe un falso), quella sulle donne è sempre l’epifenomeno di una particolare articolazione dei ruoli della società, impostata su un rapporto di dominio dell’uomo onnipotente sulla donna debole e – preferibilmente – silente.

Essere dalla parte delle donne, però, non significa sognare un mondo in cui i rapporti di dominio possano finalmente capovolgersi per far subire all’uomo ciò che la donna ha subito per secoli, ma uscire definitivamente dalla logica del dominio, lavorare per la costruzione di una società egualitaria, tale da rendere irrilevante l’appartenenza a un genere piuttosto che ad un altro. Oggi si ricorda la Resistenza e noi di Artemisia vogliamo sottolineare come la nostra Costituzione è stata l’esito di un processo di sintesi tra uomini e donne, appartenenti e partiti e movimenti totalmente diversi. Questo a significare che è l’unione la caratteristica delle più grandi rivoluzioni culturali, laddove le divisioni non fanno che alimentare altre divisioni, altra violenza.

La nostra Associazione è composta proprio da uomini e donne, da persone di religioni e opinioni politiche totalmente diverse; persone che hanno trovato una identificazione unitaria, però, nella lotta alla violenza e che, in nome di questo obiettivo, hanno scelto di adoperarsi – ciascuna per le proprie capacità e disponibilità. E ciò che è accaduto in Artemisia vorremmo che potesse essere replicato in scala sempre maggiore, a partire dal nostro paese per arrivare il più lontano possibile. Perché soltanto così, perdendo l’abitudine alle divisioni, ciò che si predica può diventare reale e concreto; soltanto così i violenti possono davvero essere isolati e identificati.

E’ con questa consapevolezza che l’Associazione Artemisia Gentileschi opera ogni giorno. Da avvocato e Presidente di questa associazione posso dire di essere orgogliosa di quanto in questi pochi mesi di attività abbiamo realizzato, degli attestati di stima ricevuti e dei progetti in cantiere. Sono orgogliosa di ciò che siamo e di ciò che non siamo, sono orgogliosa della nostra caparbietà, della nostra indipendenza e della nostra coerenza. Oggi inauguriamo un ciclo di appuntamenti dal nome “Artemisia racconta” che saranno, semplicemente, un modo di ritrovarsi proprio così, informalmente e senza troppi orpelli semplicemente allo scopo di imparare qualcosa. Nella convinzione che cosa sia la violenza e quale sia il modo migliore di combatterla lo si impara da chi la violenza l’ha subita, l’ha guardata negli occhi, e non da chi pontifica dall’alto di qualche etereo scranno. Da Lidia abbiamo molto da imparare. Sulla violenza, sul Sud, sulla Resistenza quotidiana di chi alla violenza non si è arresa”

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