lungomare di paola

Paola – Dal dissesto “sfocato” alla “pedociclovia”: certi “danni” richiedono tempo

Mentre il Consiglio Comunale paolano s’avvitava attorno agli argomenti “debitori” proposti all’Ordine del Giorno dello scorso 30 luglio,  sul lungomare San Francesco l’ennesimo incidente ha rischiato di tingere tragicamente l’estate cittadina.

Partecipato da entrambe le ali della rappresentatività locale (cosa non avvenuta – soprattutto tra le frange della maggioranza – quando s’è trattato di istituire la “Giornata della Memoria e della Riconoscenza” in ricordo di soccorritori e vittime dei bombardamenti del 1943), con la minoranza “spoglia” del piumaggio proprio del “Progetto Democratico” di Pino Falbo e Anna Anselmucci, il civico consesso – oltre a palesare la drammaticità dei conti ereditati dalla passata gestione del centrodestra – è servito anche a riportare in auge la loquacità dell’ex sindaco Basilio Ferrari, il quale è anche tornato d’attualità sui social network con la pubblicazione degli stralci video relativi ai suoi interventi e con le critiche al vetriolo riservate alla forma linguistica degli interventi dei suoi dirimpettai.

Dimenticando quel “parrebbe che starebbero” lasciato impresso sulla propria bacheca virtuale poco più di due anni fa (clicca), l’avvocato al vertice della coalizione sconfitta da Roberto Perrotta al ballottaggio, ha ripreso – dopo la pausa conseguita alla batosta giudiziaria registrata in merito al ricorso contro l’elezione di gran parte dell’attuale maggioranza – l’assetto contestatorio che gli è stato proprio sin dal primo giorno in cui ha svestito la fascia tricolore.

Tuttavia, proprio riguardo la sua gestione, una missiva inviata dal Ministero dell’Interno ha smontato il teorema cardine sulla quale s’è basata per cinque anni, vale a dire quel dissesto in cui ogni tassa è maturata fino al massimo imponibile e che forse, nelle intenzioni dei “dichiaratori”, è servito più che altro a screditare l’eterno avversario del centrosinistra.

Confermata la natura “spropositata” della dichiarazione di dissesto: la crisi era “finanziaria” ma non “economica”

Con nota della Prefettura di Cosenza (prot. n. 15328) è stato trasmesso al Comune di Paola, per la notifica, il decreto ministeriale n. 088881 del 10.7.2018 circa l’approvazione del “Piano di estinzione delle passività pregresse” redatto dall’Organismo Straordinario della Liquidazione nominato con decreto del Presidente della Repubblica. A seguito di tale approvazione l’O.S.L., presieduto dal dott. Giovanni Musacchio, secondo quanto inserito nel decreto del Ministro dell’Interno, dovrà attenersi – nella successiva attività di liquidazione – ad alcune indicazioni tra le quali quella di approvare il Rendiconto della gestione entro 60 giorni dalla data di ultimazione dei pagamenti e a trasmetterlo all’Organo di revisione contabile del Comune, il quale è competente al riscontro della liquidazione ed alla verifica della sua corrispondenza al piano di estinzione approvato. L’O.S.L. ha informato il Sindaco del comune di Paola circa l’approvazione del “Piano di Estinzione” per cui, ai sensi dell’art. 256 del T.U.E.L., l’attività della Commissione sarà limitata al solo pagamento delle residue passività già accertate ed a breve dovrà restituire alla Gestione Ordinaria del comune tutta la documentazione e la situazione residuale ancora aperta. Ciò significa che l’O.S.L. è tenuto a restituire al comune di Paola  la differenza positiva di 20milioni 846mila 951,97 euro, al netto di eventuali scostamenti che si potranno verificare in sede di rendicontazione. Stanti i dati, la “massa attiva” accertata s’è attestata a 30milioni di euro, mentre quella “passiva” non ha raggiunto neanche i 10milioni (fermandosi a 9). Una situazione che sancisce una volta di più la natura “finanziaria” di una crisi che i precedenti amministratori hanno invece trattato come fosse una problematica “economica”, sbagliando – pertanto – sia la diagnosi che la cura e proponendo una “terapia d’urto” costata caramente ai cittadini. La conferma di questo stato di cose giunge anche dalla constatazione relativa a buona parte del mutuo richiesto per il dissesto, di cui circa 9milioni e 700mila euro torneranno indietro, mentre le anticipazioni richieste alla “Cassa Depositi e Prestiti” dai precedenti amministratori (per le annualità 2012, 2013 e 2014), sono state di 10milioni e 500mila euro. Ciò si evince direttamente dal testo del Ministero dell’Interno, laddove si specifica che «la parte rimanente e non utilizzata dall’O.S.L., derivante dall’anticipazione concessa con Decreto dirigenziale del 2 ottobre 2014, dovrà essere restituita dal comune di Paola allo Stato, in quanto somme destinate all’incremento della massa attiva della gestione liquidatoria, per il pagamento dei debiti ammessi. Per la parte non utilizzata dall’OSL e derivante dal contributo statale di cui ai Decreti dirigenziali 10 ottobre 2016 e 26 ottobre 2017, dovrà essere restituita dal comune di Paola allo Stato, in quanto somme destinate esclusivamente all’incremento della massa attiva della gestione liquidatoria».

Su questo argomento esiste anche la possibilità di un’azione legale che alcuni cittadini “parrebbe che starebbero” predisponendo per chiedere i danni della tassazione sballata.

Intanto sul Lungomare la situazione è tale che gli “investimenti” reali sono soltanto quelli dei pedoni

Parlare dell’incidente accorso ad un ragazzino proprio nel pomeriggio del 30 Luglio scorso, riapre ferite già spalancate all’atto di presentare l’intervento ipotizzato sul waterfront (reclamizzati con un’indimenticabile conferenza di stampo “ferrariano”, disponibile in doppia video sintesi a questo link), perché l’evidenza di un percorso tutt’altro che affine alla viabilità dell’importantissima arteria cittadina, è tale da lasciare spazio a pochi dubbi.

D’altronde, da un’opera realizzata senza alcuna copertura finanziaria non si può sperare di cavare nulla di buono (per un ripasso basta cliccare qui, qui o ancora qui), mentre a poco sono valsi gli interventi apportati dall’attuale amministrazione (anche se il sinistro si è verificato lungo una porzione lasciata così com’era ai tempi della “monochilometrica” e parziale inaugurazione operata dai precedenti inquilini del Sant’Agostino).

Inutile girarci intorno, quella pista – proprio per la totale assenza di condizioni per realizzarla – avrebbe dovuto prendere tutt’altra piega, quella direzione che forse verrà indicata nella “retta via” indicata in certe “letterine d’amore” (per usare l’espressione adoperata da Roberto Perrotta nel corso di una conferenza stampa) che “parrebbe che starebbero” arrivando su iniziativa della Corte dei Conti.

Nel frattempo non resta che raccomandare “prudenza”.

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