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Paola – La spazzatura torna al suo ritmo, come la politica della polemica

Essendo diventato un’esperienza “tangibile”, il servizio incrementato della raccolta “porta a porta” ha incontrato l’ovvio gradimento della cittadinanza.

Più viaggi durante lo stesso giorno, per prelevare rifiuti di natura diversa che – soprattutto in estate – possono generare situazioni di rischio se tenuti in casa.

Via la plastica, la carta, il residuo due volte a settimana e l’umido addirittura quattro, che goduria!

Nella stagione in cui stare all’aperto è una priorità fisiologica, il fastidio della spazzatura putrescente sul balcone o appena fuori dall’uscio di casa, avrebbe senz’altro condizionato in negativo la qualità della vita dei paolani. Per questo, sin dai tempi in cui fu stipulato il contratto con Ecologia Oggi, l’incremento estivo è stato previsto come deterrente ad ogni potenziale disagio cui poteva essere soggetta l’utenza.

Malgrado l’operatività dell’appalto sia sorta (almeno) 4 anni fa – sebbene la ditta lametina sia entrata “a regime”, nel comune di Paola, nel 2012 – il servizio potenziato di raccolta estiva non era mai stato espletato?

Come mai?

All’epoca forse le tasse dei paolani erano meno “salate”?

Oppure a fronte di contributi ancora più corposi di quelli attuali, i servizi offerti erano carenti?

Magari i soldi della Tari aiutavano ad organizzare concerti “oceanici” ma, di sicuro, il servizio potenziato di raccolta rifiuti, messo in moto quest’anno, non s’era ancora mai visto a Paola. Eppure stava lì, tra le righe del contratto milionario che il comune ha siglato con la società di Guarascio.

Chi doveva vigilare?

Magari qualche consigliere comunale che oggigiorno allibisce lontano dall’aula, o qualche difensore esperto nel “bene del comune” (tutelato a botte di incarichi da migliaia di euro). Forse doveva pensarci il firmatario di quell’atto di assunzione “forzato”, ingaggiato al tempo in cui non si trovava nessuno disposto a mettere una sigla sotto al coinvolgimento stabilizzato, nella pianta organica dell’ente, di gente oggigiorno “emigrata” altrove.

Probabilmente avrebbe dovuto farci caso Basilio Ferrari, conferenziere attento ad uscire da una porta sul retro quando si trattò di presentare i “soppiantatori” di Ecopa (correva l’anno 2015, per una cronaca puntuale clicca qui), fervente sostenitore della bontà del cambio di passo effettuato che però – concerto dei Tiromancino a parte – durante l’estate procedeva come tutto il resto dell’anno.

Quanti soldi sono stati versati inutilmente (o magari investiti per fare altro) dai paolani?

A quel tempo le tariffe erano talmente “gonfie” che gli stessi revisori dei conti, nella loro relazione al rendiconto 2013, certificavano un grado di copertura del costo del servizio superiore al «100%».

Forse, oltre al fiato, all’epoca si risparmiavano pure la vista e l’udito.

Un fiume di denaro è passato per l’ufficio tributi del comune di Paola, eppure il servizio ha preso piede solo quest’anno. Solo da quando la gestione del contratto è passata nelle mani dell’attuale amministrazione comunale, che oltre ad aver già abbassato il costo del servizio, punta addirittura a ridurre la pressione fiscale.

Sul destino delle finanze incamerate per il servizio mai espletato fino a quest’anno, probabilmente saranno le carte a fare chiarezza. D’altronde la Procura della Repubblica di Paola, nell’agosto del 2017, requisì tutti i documenti che erano in comune, tra i quali c’era senz’altro il contratto con la ditta.

Siffatta distrazione, similare alla trave nell’occhio narrata nei Vangeli, per taluni svanisce dinnanzi alle “pagliuzze” che si tenta di affidare, infiammate, al vento. Perché a Paola è in atto una feroce campagna mediatica volta a distogliere l’attenzione dalle cose serie, una réclame polemica indirizzata contro un ragazzo divenuto simbolo di non meglio specificate reprimende politiche.

Il pulpito da cui è partita l’invettiva è quello di chi ha gestito “il bene del comune” senza rendersi conto che, in estate, il servizio di raccolta dei rifiuti andava incrementato. Il trespolo mediatico zampillante contumelie, è lo stesso che incassava laute ricompense per servizi resi in punta di diritto (istruito però da altri), megafoni che – alla luce delle constatazioni emerse fino ad oggi – assumono sembianze dei tromboni pronti a “stonare” l’elettorato, con polemiche volte a screditare le persone e non le idee che si ritengono sbagliate, puntando – come già è accaduto in passato – sul “gossip”.

Il 10 settembre finirà il periodo del servizio di raccolta “porta a porta” incrementato. Il ritmo invernale della spazzatura fa il paio con quello “infernale” di una certa politica. Forse a qualcuno serve un posto al sole. Come le cicale.

Segue Video

 

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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