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Paola – La spada nella goccia (che fa traboccare il vaso di Cambia Paola)

Al tempo in cui le “bollettazze” dell’acqua giungevano nelle case dei paolani, l’attuale consigliera comunale Anna Anselmucci dirigeva l’ufficio ragioneria del comune di Paola mentre la sua collega di minoranza, Giuliana Cassano, non aveva ancora assunto forma politica (se non quella “speculare” del figlio Andrea Signorelli, ex segretario dei Giovani Democratici poi silurato da Graziano Di Natale).

Erano gli anni in cui l’appeal di Basilio Ferrari, all’epoca sindaco della città del Santo, iniziava a creparsi sotto le inchieste con cui la magistratura metteva al tappeto il “modello Reggio”, sorta di prototipo amministrativo che il centrodestra paolano avrebbe voluto installare nel Sant’Agostino.

Un periodo convulso, caratterizzato da un’evanescente opposizione consiliare – scioccata dall’abnorme dichiarazione di dissesto deliberata dagli avversari – e dalla formazione di comitati e movimenti ancora troppo acerbi per coagularsi in nome della difesa dei diritti dei cittadini.

Una pericolosa deriva rinunciataria sembrava aver preso piede tra le frange della popolazione, assuefatta da una propaganda “permanente” focalizzata sulla fantomatica buona amministrazione che, alla luce dei fatti, non si è rivelata tale.

Perché le tasse sono lievitate al massimo imponibile e, in alcuni casi, anche oltre questo limite.

La resistenza a tale stato di cose, come già detto, iniziò a comparire allorquando i commercianti riuniti sotto l’egida dell’Unipro, cominciarono ad analizzare la Tari, fornendo dati utili a comprendere quanto questo tributo fosse smisurato (anche grazie all’esemplare confronto con realtà locali vicinissime come Fuscaldo).

Poi, pian piano, pure altri decisero che era il momento di rialzare la testa e nacque così il Comitato che prese in cura la spinosa questione legata al servizio idrico, con l’acqua che ai paolani era arrivata a costare uno sproposito censurato finanche dall’Autorità istituzionale che si occupa delle tariffe apposite.

Fu un momento molto frizzante, culminato in una protesta di piazza arrivata a lambire l’ingresso del municipio dove, un imbarazzato Basilio Ferrari, non si rivelò in grado di fornire risposte credibili (tant’è che l’argomento può rientrare di diritto nelle motivazioni della sconfitta elettorale del 2017).

All’epoca, l’impegno delle consiglieri Anselmucci (che pure conosceva a menadito la tematica, essendo coinvolta in prima persona nella gestione del bilancio comunale) e Cassano, non è stato rilevato, e in alcun modo la loro posizione è apparsa determinante per far esplodere il caso delle “bollette pazze”.

Poi, a risultato elettorale ormai acquisito, sul lavoro condotto da altri entrambe hanno potuto formalizzare in consiglio comunale alcune richieste, tra le quali i provvedimenti da adottare in merito al “maltolto tributario”, a questo punto chiaramente emerso sul servizio idrico.

Ma il movimento politico “Cambia Paola”, fondamentale per il risultato elettorale dell’ex candidato a sindaco Vincenzo Limardi (che in virtù delle dimissioni formalizzate quasi nell’immediatezza del suo mandato consiliare, ha dato spazio proprio a Giuliana Cassano), essendo stato impegnato in prima linea contro lo stato di cose descritte sinora, ha voluto rimettere in asse l’oggetto del contendere, scardinandolo dalle recriminazioni degli esponenti di Progetto Democratico e Rete dei Beni Comuni, e riponendolo nella prospettiva più confacente al reale andamento della storia.

Questa la dura presa di posizione degli attivisti del movimento: «Esprimiamo soddisfazione per l’approvazione dell’ordine del giorno presentato dalle consigliere Donato e Sciammarella che – finalmente – traduce sul piano istituzionale l’impegno alla correzione delle tariffe acqua 2013-2017, sanzionate dall’AEEGSI (Autorità per l’Energia) perché “gonfiate” di oltre il 30% rispetto ai limiti consentiti. Iniziativa quantomai opportuna, visto che nelle scorse settimane centinaia di cittadini paolani hanno ricevuto delle richieste di pagamento dell’acqua 2013 che avevano fatto seriamente dubitare del proposito – più volte espresso in campagna elettorale anche da questa maggioranza – di restituire ai Paolani il maltolto dell’evo ferrariano. Ricordiamo bene quel momento buio per la nostra città, in cui il servizio idrico affidato ad un’azienda poi oggetto di interdittiva antimafia aveva subito rincari progressivi e costanti a fronte di un generalizzato peggioramento del servizio: acqua non potabile, erogazione a singhiozzo, sversamenti in mare. All’epoca solo Cambia Paola, Federazione della Sinistra ed il Comitato di Salute Pubblica presero l’iniziativa di protestare a fianco dei cittadini per un servizio più trasparente, più efficiente e più equo. Da ottobre 2013 iniziarono una pressione politica e sociale fortissima, culminata nel marzo 2015 con il ricorso all’AEEGSI elaborato dalla nostra esponente avv. Marta Perrotta e dal dott. Franco Calvano, membro del Comitato di Salute Pubblica e poi fatto proprio anche dai dirigenti di Federconsumatori (che poi hanno dato vita alla Lega Consumatori di Paola) nonché dai consiglieri Carlo Gravina e Graziano Di Natale. Troviamo invece inappropriate le dichiarazioni delle consigliere Anna Anselmucci e Giuliana Cassano. Non comprendiamo perché a fronte di un’iniziativa positiva per la cittadinanza siano corse ad auto-attribuirsene il merito e abbiano deciso di lanciare i loro strali contro chi ha proposto l’ordine del giorno anziché contro chi, come l’ex Sindaco Basilio Ferrari, al momento del voto è uscito dall’aula, dimostrando di non aver ancora preso atto dei propri errori. Quelle dichiarazioni stridono maggiormente poiché il tentativo di riscrivere la storia proviene da raggruppamenti il cui impegno sulla materia è sempre stato timido se non inesistente: Progetto Democratico, infatti, si è accorto della questione solo durante la campagna elettorale del 2017; senza contare che le intimazioni di pagamento “incriminate” dal 2013 al 2017 portano quasi tutte la firma della stessa consigliera Anselmucci, all’epoca responsabile della Ragioneria Comunale; RBC si è accomodata “a cose fatte”, limitandosi a lanciare nel dicembre 2015 una proposta di un referendum cittadino sul servizio idrico, cui poi non ha inteso dare seguito; per di più, la consigliera Cassano al ballottaggio 2017 ha dato il proprio sostegno alla coalizione di Ferrari, così ratificando i disastri perpetrati dal centrodestra ai danni dei cittadini. Certo, siamo contenti che oggi abbiano cambiato idea, ma troviamo sgradevole cercare di attribuirsi la paternità di iniziative altrui. Al di là delle sterili polemiche, ora ci aspettiamo che l’Amministrazione Comunale dia immediato seguito all’atto di indirizzo, correggendo le tariffe idriche degli anni dal 2013 al 2017, ed indennizzando i cittadini che hanno pagato più del dovuto anche attraverso compensazioni sulle future bollette. Tutto ciò senza dimenticare che – come abbiamo più volte ribadito – la battaglia contro l’acqua non potabile, le bollette pazze, il mare sporco, la precarietà degli operai potrà dirsi vinta solo quando l’intero ciclo idrico verrà riportato in mano pubblica».

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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