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«Paola riparte unita».
Camminando dietro uno striscione con su scritta questa frase, i portacolori della Paolana e della Xerox Chianello Dlf Paola – insieme ad esponenti della classe arbitrale e agli autori della zuffa divenuta “virale” in un video circolante sul web – si sono avvicinati dal centrocampo alle tribune dello stadio Tarsitano.
Da teatro “di scontro”, l’impianto sportivo è divenuto contesto per una “stretta di mano”, segno di pace suggellato in una cerimonia ufficiale, cui hanno preso parte anche autorevoli esponenti dell’amministrazione comunale cittadina, propiziatori di una pace che – insieme a dirigenti della classe arbitrale e delle due società coinvolte – arriva come un balsamo per l’immagine di un’intera collettività.
Sul campo, oltre alle squadre composte da allievi del settore regionale “Giovanissimi” – successivamente impegnati in un triangolare da 20 minuti a match, completato da una rappresentativa dei direttori di gara – anche l’allenatore Vittorio Perrotta e gli atleti della prima squadra biancazzurra, l’ex calciatore della serie A Sandro Crispino (autore di un’iniziativa filantropica volta a portare aiuti nelle zone depresse dell’Albania) e tanti esponenti dello sport cittadino.
Presentati da Paolo Chianello (team manager della Xerox Chianello Dlf Paola), il direttore sportivo e l’allenatore del settore giovanile della USD Paolana (Gianluca Ceraldi e Luca Perrotta), il sindaco di Paola, Roberto Perrotta, il presidente locale dell’AIA e il vertice del CRA Calabria (rispettivamente Marco Maiorano e Franco Longo) insieme a Vittorio Crocicchio del Dopo Lavoro Ferroviario di Paola, hanno enfatizzato la necessità di dare continuità al sentimento maturato dopo gli accadimenti che hanno portato, il calcio cittadino, agli onori della cronaca nazionale per questioni senza attinenza all’aspetto sportivo.
Discorsi che il video che segue tenta di sintetizzare, in un “servizio” comprendente interviste che rendono il senso di un’iniziativa tesa al riequilibrio di una situazione difforme dalla realtà che la città vuole esprimere.
