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Paola – Gabriele Bono, 13enne morto su campo di calcetto: in 5 a giudizio

Cinque rinvii a giudizio per la tragica morte di Gabriele Bono, avvenuta a Sangineto sul campetto della comunità Socio-Educativa “Lo Scoiattolo”, struttura dell’Aias Onlus di Cetraro.

A rispondere delle accuse mosse dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Paola, saranno: Maurizio Arci, 49 anni, di Cetraro (difeso di fiducia dagli avvocati Alessandro Gaeta e Ettore Francesco Zagarese), Rossella Verta 29 anni, di Cetraro (difesa dagli avvocati Lucio Conte e Francesca Rinaldi), Rosangela Crusco, 41 anni, di Grisolia (difesa dall’avvocato Alessandro Gaeta e dall’avvocato Aldo Cicero), Rosario Ruggiero, 48 anni di Scalea (difeso dall’avvocato Vincenzo Adamo) e Vincenzo Tripicchio, di Bonifati (difeso dagli avvocati Norina Scorza e Roberto Chiodo).

Era il 21 Ottobre del 2016, quando il 13enne Gabriele Bono – residente a Reggio Calabria, ospite della casa-famiglia e frequentante la terza media dell’Istituto Comprensivo “Rizzo” – si sarebbe arrampicato alla traversa di una delle porte che, purtroppo, sotto il peso del giovane avrebbe ceduto, causando la fatale caduta a terra del ragazzo.

Per quella morte, il Tribunale di Paola ha disposto il rinvio a giudizio fissando la prima udienza a maggio per i cinque imputati.

Arci, Verta e Crusco dovranno rispondere di omicidio colposo. Maurizio Arci, perché legale rappresentante dell’Aias di Cetraro, ente gestore del centro socio educativo di Sangineto; Rosangela Crusco in quanto referente del centro e soggetto a cui era stato affidato il minore; Rossella Verta nella sua qualità di operatrice di turno socio-sanitaria della struttura.

La morte di Gabriele Bono, affetto da “Diplegia spastica e lieve ritardo mentale”, secondo l’accusa va quindi imputata a loro, cui vengono contestate: imprudenza, negligenza ed imperizia. Ruggiero e Tripicchio sono invece accusati di favoreggiamento personale, perché avrebbero aiutato i colleghi ad eludere le investigazioni dell’autorità, «immutando artificiosamente la scena del delitto, cambiando posizione alla porta del campo di calcio, sotto la quale veniva schiacciato il corpo del minore, arretrandola e ancorandola ad una postazione fissa con dei fili di ferro».

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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