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Paola – Video Shock – Tagli furtivi, roghi e pascoli abusivi: che montagna è?

Forse perché ritenuta “immobile”, probabilmente in quanto considerata “distante” per la difficoltà di frequentarne i meandri nascosti, sicuramente “trascurata” da quanti dovrebbero essere deputati alla sua difesa, la montagna paolana sta seriamente rischiando di diventare un “cumulo di macerie”.

Malgrado le iniziative promozionali condotte da quanti propongono cammini e percorsi sacri, lo scenario di devastazione che connota il paesaggio dei crinali costeggianti il litorale tirrenico cosentino, ha assunto sembianze apocalittiche degne di una piaga biblica, con intere porzioni vegetazione andata in fumo e boschi ridotti all’osso da taglialegna di frodo che, incuranti di una legge che viene fatta rispettare a singhiozzo, quotidianamente deturpano il paesaggio su cui ormai, l’unica nota di colore, pare essere diventata quella dei capi di bestiame che pascolano indisturbati e privi di guardiani.

Ci sarebbe da aggiungere anche il deprecabile fenomeno del bracconaggio, condotto impunemente da persone che, a caccia chiusa, salgono lungo i pendii per uccidere selvaggina ad ogni ora del giorno e della notte, lasciando – come documentato qualche tempo fa (clicca) – anche cartelli con su scritte frasi ingiuriose.

L’appennino paolano, un tempo habitat sicuro per cinghiali, lupi, caprioli, cervi e tantissime specie di uccelli, è oggigiorno terra di vacche, capre, pecore e piromani, gentaglia – questi ultimi – che la fanno da padrone, sentendosi autorizzati, quasi per diritto divino, a bruciare tutto ciò su cui poi andranno a nutrirsi gli animali, con tutte le negative conseguenze per i consumatori dei prodotti “tipici” derivati da siffatti allevamenti.

E mentre le bestie brucano tra steli arsi dalle fiamme, intere porzioni di terra – prive della salda presa delle radici – franano a valle, insinuandosi nelle scoscese gole attraversate da fiumiciattoli che rischiano di rimanere imbrigliati, per poi liberarsi con furia dirompente alla prima bomba d’acqua (con annessi e connessi rischi per la popolazione sottostante).

Istituzioni e Autorità cosa fanno?

Per il momento si è tenuta una sorta di “unità di crisi” presso il Sant’Agostino. Una riunione che ha visto partecipe l’Amministrazione Comunale – presente col sindaco, il vicesindaco, il presidente del consiglio e diversi tra assessori e consiglieri – la Polizia di Stato, un ex generale ed un ex comandante della Guardia Forestale (assente però all’incontro – malgrado fosse stata invitata a prenderne parte – per addotte questioni legate alla burocrazia interna al corpo), e anche una delegazione di operai Calabria Verde, che insieme hanno fatto il punto della situazione predisponendo una relazione in merito alle azioni da mettere in campo per contrastare il tremendo fenomeno.

Nel frattempo sono tanti i quintali di legna sottratti costantemente ai boschi secolari, con una progressione che, nel giro di pochi anni, rischia di lasciare alla vista soltanto i ciuffi di una selva che poche decine d’anni fa era rigogliosa e rappresentava un bene naturale del quale andare fieri e che, stante l’esito della discussione condotta presso il Sant’Agostino, d’ora in poi sarà oggetto di controlli e progettualità mirate.

Mettere nero su bianco le sensazioni (sgradevoli), le emozioni (ansiogene) e i sentimenti (tristi), suscitati da un riduttivo tour tra le frange della catena costiera, è risultata opera assai ardua. Per questo motivo s’affida ogni stato d’animo alla visione del video che segue, che documenta in maniera diretta ciò che le parole non riuscirebbero mai ad esprimere.

Buona (brutta) visione

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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