La Grande Camminata – di Antonio Mancuso

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Il 18 settembre 1983 dopo aver camminato a lungo su una strada solitaria della tundra dell’Alaska, George Meegan si ferma sulla riva del mare di Prudhoe Bay e lascia che i suoi stivali tocchino l’acqua. Poi comincia a piangere. “Ho appena perso il mio migliore amico”, dice. ”Ho finito la strada.

Così si conclude l’impresa di George Meegan, durata sei anni e otto mesi, durante la quale ha piantando 18 bandiere: una per ciascuno dei 14 paesi che ha attraversato, tre per la sua famiglia, e una  per l’Union Jack, la bandiera della sua nazione di nascita.

Perché a piedi? “La Gran Bretagna ha una storia di uomini che hanno compiuto avventure solitarie; ma questo viaggio non è solo per la Gran Bretagna, ma per la gente di tutte le nazioni che ho attraversato. Voglio che si sappia che non ho mai dimenticato nessuno. Ho incontrato gente disperata, il cui unico orizzonte era costituito dalle mura di una prigione”, racconta Meegan che è stato arrestato per un breve periodo in Argentina per vagabondaggio e “Spero che il mio viaggio ricordi loro che la libertà esiste.

George Meegan ha il compiuto il primo dei suoi circa 31 milioni di passi il 26 gennaio del 1977, quando parte da Ushuaia, in Argentina: la comunità più a sud del mondo, fatta eccezione per le stazioni antartiche scientifiche. Era accompagnato da una donna, Yoshiko Matsumoto, che aveva incontrato nel 1975 durante un viaggio in Giappone. La loro meta è Point Barrow, il punto più settentrionale della terra in Alaska. La coppia, che in un primo momento poteva comunicare solo per mezzo di un dizionario giapponese-inglese, si innamora e i due si sposano nel settembre del 1977, in una stazione di polizia a Mendoza, Argentina. Yoshiko, che non riesce a tenere il passo di George (25 miglia al giorno), lo precede in autostop, aspettandolo in una tenda. “Abbiamo trascorso momenti indimenticabili ogni notte.” Così felici, che ben presto Yoshiko rimane incinta. Tornata in Giappone per dare alla luce la loro figlia, Ayumi (il cui nome significa “piedi”), Meegan rimane da solo.  “I due si riuniscono a Panama e, dopo circa due anni, Yoshiko rimane incinta del loro secondo figlio, Geoffrey Susumu (il cui secondo nome significa “andare avanti”), e ritorna in Giappone. Lei e i bambini si ricongiungono sporadicamente a Meegan durante il suo tragitto che lo porta ad attraversare gli Stati Uniti del Sud, la costa orientale e in tutto il Canada in Alaska.

Lungo la strada arriva la pubblicità per Meegan e la sua famiglia, che nelle fasi finali lo accompagnerà in un’automobile acquistata con parte dell’anticipo del libro che avrebbe scritto sull’avventura, dormendo in camere di motel e ottenendo pasti gratuiti.

Questo appassionante libro di George Meegan, inglese tenace e coraggioso, classe 1952, è il reportage della più lunga e ininterrotta marcia di tutti i tempi compiuta in 2425 giorni. Il diario di un cammino epico lungo tutte le Americhe, in un susseguirsi di climi e di paesaggi e in una carrellata di popoli, costumi, abitudini di ben 35 Stati diversi. Un’impresa storica portata a termine con il solo ausilio di uno zaino e di un paio di scarpe da ginnastica ma con il supporto di molta gente incontrata lungo questo indimenticabile cammino.

 

GEORGE MEEGAN

LA GRANDE CAMMINATA”

Dalla Patagonia all’Alaska in sette anni

(Mursia, pagg. 472; euro 19,00)

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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