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Il Comune di Paola, gestito – com’è noto – da un Sindaco ed un Consiglio eletti a credito, ha perso un’altra occasione per non sperperare denaro pubblico. Stanti le motivazioni con le quali il Tribunale Amministrativo di Catanzaro aveva sospeso la dichiarazione di Dissesto deliberata dall’Amministrazione Ferrari lo scorso 29 Ottobre, il buon senso avrebbe suggerito di fermare ogni procedura atta al prosieguo di un’azione che palesava una natura strutturalmente (formalmente e sostanzialmente) sbagliata, purtroppo però le cronache raccontano un’altra storia e dal buon senso si è passati al buon consiglio… di Stato.
Per avere il parere dei giudici della suprema corte il procedimento è tutt’altro che indolore, perché i costi da affrontare sono molto elevati e i legali da retribuire non sono di quelli che possono essere liquidati con una stretta di mano ed un sorriso sulle labbra.
Ma è evidente che, per l’attuale Amministrazione, questa del dissesto fosse una priorità alla quale dedicare ogni attenzione senza badare a spese, dilatando il tenore di vita della sola categoria degli avvocati, che con il Comune pseudo dissestato di Paola stanno concludendo ottimi affari (anche a fronte di clamorosi insuccessi) e lasciando ai cittadini il ruolo di comprimari da accontentare con proposte degne della social card di Tremonti.
La speranza è che questa situazione non venga giustificata con teoremi inerenti sparizioni di documenti importanti come la relazione dei revisori dei conti da presentare al TAR quando era tempo. La certezza è che il collegamento che dal sito del Comune di Paola rimanda al modello di ammissione alla massa passiva non ha più alcun valore.
A questo punto sarebbe il caso di chiedersi dove risiede la massa passiva e, soprattutto, che colore abbia. Se è grigia c’è da preoccuparsi.
