Fosse una questione di tempi… ! (perché smantellano i campetti sulla spiaggia?)

campetti_di_paolaOvviamente è uno scandalo. Sotto vari punti di vista e sopra visuali e attuali scenari. Che a Paola, a Luglio, non si possa schiacciare, calciare e racchettare sulla sabbia è inaudito!

Che ci sia il cobalto o il dissesto, l’argomento tremendo di una classe sociale cittadina riguarda i campetti sulla spiaggia e, ovviamente, è uno scandalo. Scandaloso è, per gli operatori commerciali del settore turistico, non aver avuto (ad oggi) le autorizzazioni per “occupazione di area demaniale”. Per costoro è inconcepibile che tutti i campetti nati qua e là lungo il litorale cittadino siano da considerarsi “abusivi”. Quindi, nel megafono dell’indignazione popolare c’è oggi da tenere conto anche di questa realtà, perciò: che succede?

Il cobalto non convince, la crisi non spinge, l’amministrazione si evince. Se a Paola esiste un rischio turistico legato all’indotto, questo è indipendente dalla presenza o meno dei campetti sulla sabbia. È una questione politica, un’amministrazione capace si evince dalle prospettive proposte e realizzate.

Per i commercianti l’equazione è semplice: meno campetti = meno interessi; perché gli operatori del settore turistico sanno che Paola non vive di sola ostentazione di paesaggio. Gli operatori commerciali del settore turistico lo sanno che senza quei chilometri di campi sabbiosi, l’appeal puro e semplice della Città di San Francesco non è tale da raggiungere la sufficienza nel gradimento dei turisti. Quindi, giustamente, si ribellano all’indecisione di un’amministrazione che, nei suoi tempi tecnici, non convince. Tempi dilatati al punto che l’estate commerciale, che inizia ben prima del 21 Giugno, si veda affrontata in prima – generale – istanza soltanto ieri (eravamo al 23 Luglio). Perché uno smantellamento così generalizzato è la prima cosa che si dovrebbe evitare in una realtà convintamente a vocazione turistica. È una figuraccia. L’ennesima che si aggiunge ai disagi di commercianti e abitanti delle due piazze principali cittadine, reciprocamente contrapposti perché, in assenza di una norma locale, s’appellano a norme generali la cui misura spesso cozza contro gli interessi del territorio.

Ma tutto questo gli amministratori non lo sanno. Per loro l’equazione è ancor più semplice: un sorriso sulle labbra = va tutto bene. E sorridono, fanno buon viso anche quando non c’è alcun gioco (nella fattispecie “beach tennis”, “beach volley”, “beach soccer”, “beach rugby” ). Anzi no, i giochi sono tutti nelle attrezzatissime e semiprivate aree per bambini che tra poco verranno inaugurate. Sorridere ai bambini è nobile. Amen, sorridiamo tutti. E chi evidenzia i problemi viene additato come psicopatico reo di guastare l’immagine della nostra “bella Paola” che, nel territorio a nord est – ai bambini che lì vivono –  non consente di avere l’acqua potabile.

Sul cobalto si può tacere, sul dissesto si può aspettare, ma all’indignazione crescente (ora matura anche nei commercianti del settore turistico) difficilmente si potranno mostrare i denti incorniciati in una bella parentesi all’insù delle labbra. Su questo, chi amministra, non può sorvolare e quindi può – teoricamente – scivolare.

Non il cobalto, neanche il dissesto, il problema è lo smantellamento (e le proteste sotto casa).

Dismettere alla turca, pianificare alla somala e investire alla messicana, il tutto sognando l’America. Considerate se questa Paola è Europa.

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About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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