«Ferrari amministra Paola», lo sapevate?

comizio_ferrariQuando Beppe Grillo stila e fa stilare liste di proscrizione, quando Marco Travaglio dichiara di essere «onorato di non aver mai ricevuto alcuna difesa da un politico», quando Sallusti, Belpietro e Feltri, quando Fede, Vespa e Santoro, quando «sono stati i giornalisti» e quando «menomale che ci siete, la democrazia si basa sul vostro operato», quando Renato Farina, Giuliano Ferrara, Giancarlo Siani, Mino Pecorelli, Maria Grazia Cutuli e Ilaria Alpi, quando Badolati e Sansonetti, Scarpino, Vilardi, Storino, Folino, Abramo e Pagliaro, quando il “pensiero pubblico”, allora reazioni. E «il carrozzone va avanti da sé».

Il sistema che sovrintende le vite di tutti noi è il capitalismo che, senza volerne dare un’immagine filosofica, per funzionare ha bisogno di continue scintille simili a quelle generate dalle candele all’interno di un motore a scoppio. Di per sé è un sistema statico nel quale scorre un propellente chiamato “popolo” che, per diventare “combustibile”, necessita di continui stimoli (scintille) per generare movimento. Continuando con la metafora automobilistica si potrebbe immaginare che la batteria, generatrice dell’energia necessaria a tutta l’operazione, è stata collocata nella Borsa. Ma tralasciando questa disamina “componentistica”, si prenda per buono il principio secondo il quale, per incendiare il popolo e renderlo funzionale agli interessi del capitalismo, bisogna fargli condividere questo olocausto e faglielo ritenere funzionale alla propria esistenza. L’unico stratagemma dimostratosi valido per completare questa operazione, è stato – ad oggi –  la “democrazia”. Svariati regimi alternatisi nella storia hanno dimostrato l’invalidità delle azioni di forza,  al capitalismo non si può partecipare se si è fascisti, comunisti o nazisti. Laddove si deve far collimare la massima rappresentazione del “privato” con la “pubblicità”, bisogna essere democratici. E la pubblicità si ottiene con l’informazione, mera direttrice unidirezionale che non presuppone alternative e che – se rettifica, quando rettifica – cambia verso solo sulla spinta di pressioni equipotenti. Gestori dell’informazione, in senso stretto, sono coloro i quali detengono i mezzi per diffonderla: gli editori anzitutto, poi i committenti, i pubblicitari, i preti (il loro compito apostolico è quello di diffondere la “buona novella”) i giornalisti e (ultimamente, grazie alle nuove tecnologie) i blogger di successo.

I politici, essendo sparpagliati in ciascuna di queste categorie, non possono essere inseriti nell’elenco perché il loro compito non è quello di “informare”, i politici – etimologicamente – non possono far altro che “comunicare”, confrontarsi e mescolarsi in una relazione bilaterale che si conguaglia nelle urne. Quando un politico diviene “informatore” cessa la sua funzione perché entra in un ambito che non gli pertiene, diviene “informatizzato” e tutt’al più può aprirsi un blog dove – tra filtri e censure – crede anche di poter dialogare fingendo di poter assorbire qualunque tipo di utenza. Perché la polis è formata da “qualunque tipo di utenza”.

Quando invece un informatore fa il “politico” (candidandosi a cambiare il corso della storia che racconta) purtroppo per lui non “è” politico. L’informatore “politicizzato” non è funzionale al sistema intero ma solo ad una parte e per questo motivo, sbilanciando gli assetti meccanici del motore capitalistico sopra descritto, crea uno squilibrio che in un tempo variabile danneggerà l’intero sistema. Il giornalista politicizzato è un vulnus compatibile al politico informatizzato ed in quanto avulso al sistema democratico è destinato ad essere sostituito come un pezzo difettoso.

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del Blog
di Basilio
Ferrari e
della sua
Giunta

Il capitalismo e la democrazia sono basati sul “credo” e presuppongono un patto fiduciario che non può essere messo in discussione. Svincolandosi dal ruolo che si è scelto come “forma” per agire all’interno del sistema, si genera confusione nel popolo elettore ed in quello lettore, si perde credibilità e la sovrapposizione di compartimenti che dovrebbero essere a tenuta stagna genera il grippaggio di tutto il sistema. Per questo, l’dea di aprire un blog che ridonda caratteristiche già insite nel sito istituzionale del Comune di Paola e che trasforma un Sindaco e la sua Giunta in “informatori/blogger/giornalisti”, appare come una presa di posizione autarchica avulsa dal sistema democratico che – attualmente –  governa la vita di ognuno di noi. Stesso dicasi per quei giornali che prestano le proprie colonne a redattori rotti ad ogni compromesso.

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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