È davvero cambiato il modo di far politica. Ora sono i social network a raccontare i passi compiuti dai politici e dalle sigle. E’ sui social network che si smentisce o conferma una presa di posizione, un passo compiuto. E così succede che le forze politiche, siano esse partitiche, movimentistiche, associazionistiche o puramente progettuali, si riuniscono, dettano le basi, si confrontano ed all’indomani in tanti si affannano a spiegare che non vi è nulla di concreto, che è giusto ascoltare e farsi ascoltare etc etc: quasi che tutti si siano trovati ad un incontro ufficiale per caso. Un incontro che qualcuno ha comunque organizzato e per cui ha diramato inviti e che qualcuno ha accettato e vi si è recato. Perché tanto clamore? Perché tanto nervosismo? In fin dei conti i social network svolgono ed assolvono un ruolo che, forse, i più anziani stentano ad accettare ed a comprendere pienamente ma un incontro, una riunione, un qualcosa che assomigli a quello che i meno giovani chiamavano dibattito resta il più alto momento di democrazia, di confronto svolto alla luce del sole e non nelle cosiddette segrete stanze. Ed allora perché stupirsi se un incontro formale, a cui ne seguirà un altro ed un altro ancora ed un ulteriore fra partiti, movimenti, associazioni e progetti assume una eco, comunque ed assolutamente, positiva? Le coalizioni, i patti di programma, ed anche le amicizie e le condivisioni su facebook nascono dopo un dialogo e sempre fra persone e gruppi che hanno un qualcosa in comune. Ed è indubbio che al momento storico che si sta vivendo in città il qualcosa in comune fra chi sedeva sulle sedie del Dlf nei giorni scorsi era ed è “il nemico politico”. Avversario politico che oggi si chiama Ferrari e centrodestra e ieri si chiamava Perrotta e parte del centrosinistra. Il tempo passa e qualcuno rischia di restare fuori ma i corsi ed i ricorsi si susseguono e qualcosa di simile successe anni fa quando il Ferrari di turno si chiamava Pizzini e chi sedeva intorno ad un tavolo diede vita ad Insieme per la Rinascita di Paola. Una piccola ma sostanziale differenza fra ora ed allora è evidente: in quegli anni l’eterogeneità non veniva certo mascherata dietro proclami di unità o ricerca del confronto: le diversità si unirono per vincere le elezioni. Oggi le differenze evidenti e genetiche fra alcune delle sigle, dei partiti, dei movimenti, delle associazioni e dei progetti sono ancora in campo. Ma qualcuno forse è convinto che basta “uno stato” su facebook ed a tutto si rimedia…. In ogni caso in tanti vi è la convinzione che ancora una volta la sterminata area che va dalla Sinistra al centro arriverà al voto amministrativo con almeno due candidati a sindaco. Le alleanze sono in embrione. Non sono certo sacre e non sono ancora consacrate ma la partita a scacchi, quella che si svolge da sempre, è appena iniziata.
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