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Dal Consiglio Comunale sono usciti Paolani di serie A e B [VIDEO]

La Maiorano s’è astenuta (ed insieme a Fabio Buono, nel gradimento cittadino, ha riacquisito lo status di “libera Consigliere”), il Sindaco ha emendato (mostrando un tempismo che, di seguito all’insubordinazione della Dottoressa Consigliere, è stato interpretato come una mossa preordinata per mostrare i denti a chi non la pensa come lui) e il Consigliere di Minoranza Gravina ha mostrato le ragioni per le quali, fino a qualche tempo fa, era lui il capogruppo del Centrodestra cittadino. Questo il sunto del Consiglio Comunale dello scorso 9 Settembre.

Spalmando un “volemose bene” generalizzato (osteggiato dal solo Capogruppo di Minoranza PD, Graziano Di Natale): Ferrari, De Rosa, Maiorano e Gravina sono stati gli unici protagonisti del Consiglio Comunale andato in scena nell’aula “Lo Giudice” lo scorso 9 Settembre. Tutto il resto, a parte l’inciso iniziale dell’Assessore Mannarino, è stato “silenzio” (gestito ormai sapientemente dalla Presidente del Consiglio, Emira Ciodaro).

Un silenzio doloroso, perché ha messo in mostra una strategia “elettorale” di recupero consensi da parte dell’attuale maggioranza, impegnata spasmodicamente ad evitare ogni sorta d’intoppo decisionale alla propria azione amministrativa (messa in mostra dalla Consigliere Maiorano allorquando ha contestato le tempistiche relative alle convocazioni del Consiglio Comunale che avvengono, puntualmente, entro i limiti minimi delle 24 ore formalmente riconosciute dal regolamento) che contrasta la possibilità che la minoranza (o meglio “l’opposizione”) organizzi discorsi utili a smontarne le imprese emendatarie, “tagliando” i tempi di ricezione degli incartamenti esplicativi dei punti all’ordine del giorno. Un silenzio “programmato”, perché se la minoranza resta confinata a due o tre elementi (su sei che dovrebbero essere) e la maggioranza si presenta compatta, allora – a parte le sterili schermaglie tra Di Natale e il “resto del Mondo” – è normale che ci si impantani in Consigli lampo che durano il tempo di una votazione quasi unanime.

Però da questo silenzio, proprio perché manca la discussione, vengono fuori delle iniziative amministrative che – se nalizzate da un punto di vista squisitamente formale – mancano d’imparzialità e rischiano di tramutarsi in operazioni tali da creare contribuenti paolani di serie A e B.

Già, perché il Sindaco (già preparato all’astensione della Maiorano e quindi fulmineo nel correggere il proprio tiro tassatore) ha emendato la sua stessa proposta di deliberazione, chiedendo all’assise di discutere la possibilità di evitare di far pagare la TASI per tre anni ai residenti del Centro Storico che iniziassero dei lavori di ristrutturazione. Colta in contropiede da questa “incredibile novità”, la Maiorano ha provato ad inserire un altro emendamento che riguardasse anche stradine e piazzette del Centro Storico che, però, essendo di competenza del Comune non dovrebbero essere appannaggio dei cittadini. Anche se la proposta in sé era accattivante, perché la Dottoressa chiedeva di sollevare dal pagamento del tributo anche coloro i quali (da cittadini) avessero manifestato l’intenzione di “recuperare” spazi pubblici dinnanzi alle proprie storiche abitazioni.

Ma questo è nulla, perché ad aggravare la situazione è intervenuto il Consigliere di Minoranza Gravina che, con un intervento somigliante ad un assist amministrativo, ha proposto che l’esenzione venisse allargata anche alle periferie (magari a quelle zone dove il suo Movimento ha più consensi elettorali). Ciò significa che chi vive al di fuori del centro storico e delle perfierie, dovrà pagare il tributo secondo le percentuali “massime” stabilite dall’Ente (il Comune).

Perché creare ulteriori discrepanze nel tessuto cittadino? Perché creare paolani di serie A e B? Perché non trovare un modo più equo per spalmare l’esenzione? Perché il criterio adoperato va a favore del centro storico (e delle Graviniane periferie) e non della Marina, delle Colonne, di Piano Torre, di Via Nazionale e via cantilenando a tutte le “altre” zone di Paola?

Forse il marketing elettorale ha suggerito che in quelle zone l’emorragia consensuale è più vigorosa. Ma così la strategia somiglia sempre più a quella della “coperta troppo corta” che laddove copre in altre zone scopre. Così come s’è scoperto che tra la Maiorano e i suoi colleghi è in atto una frattura che difficilmente – dopo lo sgarbo emendatario – si ricomporrà.

Per dare un senso a quanto accaduto segue un video goliardico che interpreta il Consiglio dello scorso 9 Settembre.

Per la cronaca: Di Natale ha abbandonato i lavori del Consiglio non in segno di protesta con Gravina (come taluni sceneggiatori hanno pensato) bensì perché aveva una riunione di Partito (alle 20.30) già anticipata prima del Consiglio iniziato alle 19.42

Comunque, chi non volesse pagare la TASI, potrebbe iniziare a poggiare un’impalcatura dinnanzi alla propria abitazione. Il resto si vedrà.

Buona “Visione”

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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