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I Movimenti a Ferrari: «Vada via (non faccia lo struzzo)» [NOTA DI NOTE]

Quelle che seguono, e che s’è cercato di riassumere nel titolo (in base a quanto declamano), sono due note stampa (diramate rispettivamente dai movimenti “Paola al Centro” e “Cambia Paola”) inerenti le notizie che da Roma sono rimbalzate nella cassetta della posta dell’Amministrazione Ferrari.

Nota n°1 – Paola al Centro

Il ministero degli Interni per la terza volta chiede a questa amministrazione chiarimenti sul pasticcio dei bilanci presentati e partoriti dalla rivalsa e dalla scaltrezza. Dopo due presunte dichiarazioni di dissesto inesistenti, dopo avere perso finanziamenti ad hoc per la nostra città, dopo le spese folli ed inutili e dopo avere impaurito i paolani con un’assurda tassazione per la quale unitamente ai nostri concittadini ci batteremo alla grande, tutti i nodi vengono al pettine.
Se non sapete neanche copiare, se non sapete amministrare l’ ordinario, se parlate solo a vanvera convinti di coprire il vostro “nulla”, ma perchè zitti zitti e quatti quatti non ve ne andate?
Ne eravamo certi che arrivavamo a questo punto ed abbiamo cercato in tutti i modi di bloccarvi perché state disamministrando ma onestamente non ci siamo riusciti. Oggi abbiamo grande preoccupazione perché dai danni materiali che avete fatto, prima o poi ne usciremo, ma i danni che state facendo all’immagine della città sono devastanti e non sarà sufficiente un semplice cambio di amministrazione per porvi rimedio.
Ci voleva la famigerata “zingara” a capire che i bilanci da voi fatti erano “pompati” con le entrate (vedasi tariffe comunali) e “sgonfiati” con le uscite, inutili e dispendiose, fatte da voi?
Ecco perché non ci avete mai dato le carte, ecco perchè i fuorvianti comizi e gli interventi ad effetto, ecco perché tanti segretari, ecco perché le bugie, ecco perché le gridate tra di voi che si udivano nel piazzale del Sant’Agostino.
Andate via. Salvate Paola.
A livello di parole ci avevate impressionato, tra “sinergie” e consulenti regionali e presidenziali che avevate che però anzichè aiutare Paola l’hanno penalizzata. A livello di chiacchiere ci sapete fare. E comunque qualche signor nessuno lo avete valorizzato a spese dei paolani. Qualche affidamento inutile e dispendioso è passato.
Non vi rendete conto che l’intera città non vi vuole più, non vi sopporta?
Ma possibile che “la poltronite acuta” della quale siete invasi prevale sul buon senso e sulla dignità? Facciamo un appello a tutta la maggioranza: tra di voi, sicuramente, ci sarà qualcuno che la pensa diversamente, qualcuno che sarà stato fuorviato e/o raggirato, qualcuno che ha un briciolo di rimorso verso Paola ed i paolani e, soprattutto, qualcuno che conosce la dignità; bene, allora battete un colpo, fate un gesto, differenziatevi, staccatevi.
Tra un po’ la città reagirà in modo civile ma forte e determinato. Non se ne può più. Basta. Basta. Basta.
I nostri amministratori sono rimasti i soli allievi in tutta la regione del fallimentare e disastroso modello Reggio e noi non permetteremo mai che la nostra città si riduca come la città di Reggio o come la regione calabria.
Anche a chi si sbraccia apparentemente dall’altra parte suggeriamo una rivisitazione dei suoi progetti. Paola non ha bisogno di “accurduni” e di do ut des. Paola ha necessità urgente di nuovi amministratori che recuperino due anni devastanti. Ha bisogno di chi ha le idee chiare sul futuro della città. Ha urgenza di progetti mirati ed efficaci per l’economia e l’occupazione. Ha impellenza di chi può tessere rapporti e relazioni efficaci. Ha bramosia di legalità, di chiarezza e normalità. Ha desiderio di qualità. Ha, insieme ai suoi cittadini, voglia di ragionare programmare ed essere grande così come merita.
Ed allora, sindaco, faccia un gesto qualificante e di amore verso la sua città: si dimetta, vada via. Sindaco, non perda tempo.

Nota n°2 – Cambia Paola

MENO MALE CHE IL DISSESTO C’È (il canto dello struzzo)

Secondo il Comune il fatto che il Governo abbia rimandato indietro il bilancio per ulteriori chiarimenti e integrazioni è “normale routine”.
Giudicate voi se è “normale routine” che, dopo aver dichiarato due volte il dissesto con cifre diverse fra loro:

  1. La prima ipotesi di bilancio 2012 “stabilmente” riequilibrato approvata il 7 marzo 2014 non andava bene e il Governo ha chiesto chiarimenti;
  2. I chiarimenti approvati il 5 giugno 2014 hanno chiarito solo che la prima ipotesi di bilancio era sbagliata perchè spalmava i debiti su tre anni anzichè su due;
  3. La seconda ipotesi di bilancio “stabilmente” riequilibrato approvata l’8 agosto non andva ancora bene, tanto da rendere necessari ulteriori chiarimenti richiesti il 12 settembre 2014, con termine perentorio di 30 giorni per adempiere.

Giudicate voi se è “normale routine” non riuscire, in sei mesi, ad approvare un bilancio redatto come si deve. A questo punto meno male che c’è il dissesto, almeno gli atti contabili vengono controllati. Diversamente saremmo stati amministrati sulla base di bilanci incongrui.

La verità è che questi trenta giorni (che ad oggi sono già 26) sono l’ultima spiaggia per la giunta Ferrari. Far finta di niente e gridare ai quattro venti “VA TUTTO BENE!” è da irresponsabili. Più che una bufala a noi sembra uno struzzo.

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