don ciotti a cetraro

Libera interviene sui fatti di Amantea

Considerando la natura intimidatoria degli atti compiuti ad Amantea negli ultimi tempi, l’Associazione contro le mafie è intervenuta per auspicare una presa di coscienza collettiva capace di ristabilire un ordine che – a quanto pare – va ricercato a più livelli. Libera interviene sui fatti di Amantea perché, laddove sussitono opacità istituzionalizzate, è necessario portare un fascio di luce.

Comunicato del Coordinamento provinciale di Libera-Associazioni, nomi e numeri contro le mafie “Roberta Lanzino” di Cosenza

Il Coordinamento provinciale di Libera-Associazioni, nomi e numeri contro le mafie “Roberta Lanzino” di Cosenza ha voluto presenziare (l’altro, n.d.r.) ieri mattina al consiglio comunale straordinario indetto dall’Amministrazione Comunale di Amantea a seguito degli atti intimidatori subiti dal sindaco e da tre consiglieri di maggioranza, per tentare di capire quale fosse la vera radice dell’attacco subito e quali fossero le concrete contromisure che il governo cittadino intende porre in essere per ristabilire le condizioni minime necessarie affinché cittadini e lavoratori possano riprendere un cammino di civiltà e dignità.

Siamo da sempre consapevoli che un serio ed efficace processo di liberazione dalla criminalità organizzata, dalla sua mentalità, dalle sue distorsioni culturali impone politiche concrete e univoche, esige attenzione inflessibile su ogni singolo atto e/o atteggiamento da parte dell’intera classe politica, quella di maggioranza, quella di minoranza e perfino quella extraconsiliare.

Come cittadini calabresi, siamo stati rincuorati dalla presenza del Prefetto che, ne siamo certi, saprà profondere – per quanto di sua competenza – tutto l’impegno necessario a coordinare il lavoro degli addetti alla Pubblica Sicurezza. Ma siamo convinti che tale straordinario sforzo organizzativo sia destinato a restare improduttivo se ad esso non si affiancherà un lavoro volto a generare le condizioni affinché nei cittadini del nostro territorio si consolidi la sincera e profonda convinzione che la democrazia, l’uguaglianza, la pace e la giustizia sociale, sono più convenienti del familismo prepotente, violento e sciatto tipico delle consorterie criminali, mafiose e non.

L’esperienza di venti anni di studio, elaborazione, progettazione sociale di ampio respiro ci dice che l’antimafia delle parole è più dannosa del silenzio e dell’indifferenza perché genera confusione, specie quando si trasforma in passerelle da campagna elettorale. E invece ciò che più urgentemente occorre è fare chiarezza per generare consapevolezza.

In linea generale, è nostra convinzione che un’amministrazione che voglia incamminarsi lungo questo percorso ha il dovere, in primo luogo, di scegliere col massimo rigore i propri collaboratori tra quanti non abbiano e non abbiano mai avuto legami familiari o economici con gruppi criminali in genere, o che non abbiano mai abusato di fondi pubblici o che non si siano mai macchiati per fatti di corruzione.

In secondo luogo, nelle proprie scelte politiche deve sempre privilegiare i valori della giustizia e dell’equità anche, se necessario, a discapito di quello dell’economicità. Troppe volte, col pretesto del massimo ribasso, si è chiuso un occhio sulla qualità di appaltatori di opere o servizi. In ultimo, ma non per importanza, appare essenziale ai fini della credibilità pubblica che tutti i procedimenti istituzionali (siano essi assunzioni, conferimenti d’incarico o committenze) siano improntati alla massima trasparenza, in modo da rendersi impermeabili ad ogni pressione clientelare o nepotistica.

Tornando alla specifica vicenda amanteana, dunque, auspichiamo anzitutto che il Comune collabori lealmente con le Forze dell’Ordine e la Magistratura nelle indagini finalizzate a punire gli autori di questo intollerabile attacco alla democrazia; e inoltre, che i beni confiscati alla criminalità locale e affidati al Comune possano essere restituiti alla comunità con celerità e trasparenza.

Solo così si potrà riconquistare la fiducia, la stima, la solidarietà viva e visibile da parte di quei lavoratori e cittadini, la cui assenza, ieri, ha pesato molto di più delle pur importanti presenze istituzionali.

Libera, dal canto suo, rimane in attesa che alla preoccupazione segua la reazione, che all’intimidazione mafiosa segua l’effettiva riappropriazione democratica del territorio.

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